venerdì 17 agosto 2012

17 agosto, Day 24. L'antropofagia divorante certezze.

     Essere esausti e risvegliarsi con tanto lavoro da fare. Sento bussare alla porta: sono i Pasteurs in giacca e cravatta, completo nero, simili a due agenti FBI, che mi chiedono se sono pronto per darmi un passaggio. Sono le 8.00. Per fortuna mi trovano sveglio da almeno 10 minuti, ma declino il loro invito per trovare la calma di trascrivere le note di campo, il diario di bordo, di chattare con il mondo occidentale, insomma di farmi i fatti miei senza estasi attorno me.
    Esco alle 9 e qualcosa, m'informo sul prezzo della camera con più conforts del solito per queste parti, ma attendo a decidere per una sistemazione più economica. Non vorrei sembrare scortese, aspetterò a valutare: sono solo due notti, dopo tutto, e si tratta di pochi euro in più -ahhh, il potere economico post-coloniale!-.
    Uscito dalla bella sistemazione con giardini e chiostri ultra-curati da un ragazzo nero che fa buche dei fiori con un machete lungo 50 centimetri, mi ritrovo nel caldo torrido senza sapere la strada fatta ieri notte nell'oscurità totale e tra buche ch'avrebbero fatto venire il maldimare a Capitan Uncino. Fermo un motard che è in realtà uno studente in vacanza, che si offre per portarmi gratis fino all' “église pour continuer la journée”. In cambio chiede il mio contatto, che non ricordo affatto, per accontentare a tutti i costi quella voglia di Occidente che gli esce dagli occhi: come posso declinare?
    Sceso dalla moto sono braccato di saluti, faccio un paio di chiacchierate, mi dirigo a colazionare nel baretto là vicino seguito con tutte le attenzioni millesimali mischiate alla noia+curiosità di vedere il solito muzungu che viene a farsi un giro da queste parti. Il mio gancio ed il coordinator dell'evento s'intervallano a chiedermi se sia tutto a posto, s'assicurano che possa fare una buona colazione, mi portano altra acqua calda per il Nescafé mentre io scribacchio sul tavolino. La colazione antropofagica dei campioni Ringo People, con una mano nera ed una bianca che si danno il 5 con il ripieno di cioccolato nel mezzo, che collaborano per fare insieme i piccoli Evans-Pritchard+Nuer del XXI secolo nella trilogia monografica bloggeriana. In lontananza sento le grida del Manzoni e dello Spirito tra l'ossessione mistica e l'estasi controllata, grandi cori carismatici e forse miracoli, che rimando volentieri a più tardi...il posto è talmente piacevole che rimango spaparanzato mezza mattinata.
    Dopo aver mangiato con il controller dell'evento, simpatico omone grande e grosso che trova divertente il fatto che io non riesca a capire quando qualcuno parli in lingua o in semplice kinyarwanda. Il pomeriggio passa tra foto, video, note. La ripresa migliore di tutti: io che sono rincorso da un gruppo di bambini giocondi e contenti di avere la telecamera davanti al naso, saltanti, ballanti e gridanti. Prima di cedere la telecamera a un paio di ragazzi più grandi per farli continuare a riprendere, ecco che arriva uno della sicurezza che li richiama poiché le loro vocine coprono una testimonianza già piuttosto urlata. I veri carismatici sono questi bambini, e senza troppe balle.
   Ecco che torno per ascoltare una testimonianza (tradotta minuziosamente per me da un ragazzo dal kynia al francese, che poi si alza e diventa un gridatore incitante la folla lui meme) di un uomo pluri-peccatore che non si fece mancare proprio nulla prima di diventare un pentito professionista in tournée per vari paesi a donare la sua testimonianza.
   Ammetto che trovo piuttosto strana la sua storia, ma ancora di più la trasformazione del mio traduttore, sinceramente preso dal suo compito di predicatore a tempo pieno. Ma ancora più più strano è scrivere il diario di bordo di fronte il gentile traduttore trasformato, passante in preda alle grida in mezzo al pubblico, sfiorandomi rispettosamente per non ostacolare la scrittura sul netbookino.
    Scopro che la pensione notturna è a carico della pentecoste, e ciò si aggiunge ai pranzi e alle cene offertami dalla direzione. La loro gentilezza e cooperazione è qualcosa che apprezzo molto e non mi sento di dare affatto per scontato. Anche se ironicamente, in loro divertita presenza, scherzo sul fatto che potrebbero parlare italiano dato che hanno tutti o quasi il dono delle lingue...
    Dopo aver mangiato insieme ecco che inizio con un navigato/sportivo pastore di Nairobi, con il mio traduttore di testimonianze dal francese, un ragazzone di 32 anni con 7 figli e con un simpatico pastore anziano una discussione sulla relatività. L'effetto shock dell'antropologia è davvero notevole. Mettere sul tavolo dialogico esempi monografici è qualcosa che mischia le certezze anche più radicate: se i giovani cinesi sono convinti di sacrificarsi, d'essere parte di uno Stato e nulla più, i Pentecostali avranno dalla loro di avere miracoli così frequentemente, e forse qualche animista sarebbe contrariato da entrambi...la differenza umana fa cascare dalle nuvole. Trovo il punto di vista più interessante nel pastore di Nairobi: il problema è la misura, non esagerare è il problema umano.
    Dopo avergli fatto notare che molti in Europa li vedono come semplici pazzi gridatori ed una breve storia sulla stregoneria in Rwanda -che volentieri approfondirò con il mio traduttore- ecco che si va tutti a nanna, forse più ricchi di idee e di nuovi punti di vista sulla realtà per entrambe le parti.




    Il gusto africaine -e non solo- per le forme femminili. Ci vuole qualcosa che riequilibri tutta questa spiritualità ed estasi...foto del Maichi-bu-ntu '12.