Essere esausti e
risvegliarsi con tanto lavoro da fare. Sento bussare alla porta: sono
i Pasteurs in giacca e
cravatta, completo nero, simili a due agenti FBI, che mi chiedono se
sono pronto per darmi un passaggio. Sono le 8.00. Per fortuna mi
trovano sveglio da almeno 10 minuti, ma declino il loro invito per
trovare la calma di trascrivere le note di campo, il diario di bordo,
di chattare con il mondo occidentale, insomma di farmi i fatti miei
senza estasi attorno
me.
Esco
alle 9 e qualcosa, m'informo sul prezzo della camera con più
conforts del solito
per queste parti, ma attendo a decidere per una sistemazione più
economica. Non vorrei sembrare scortese, aspetterò a valutare: sono
solo due notti, dopo tutto, e si tratta di pochi euro in più -ahhh,
il potere economico post-coloniale!-.
Uscito
dalla bella sistemazione con giardini e chiostri ultra-curati da un
ragazzo nero che fa buche dei fiori con un machete lungo
50 centimetri, mi ritrovo nel caldo torrido senza sapere la strada
fatta ieri notte nell'oscurità totale e tra buche ch'avrebbero fatto
venire il maldimare a Capitan Uncino. Fermo un motard
che è in realtà uno studente in vacanza, che si offre per portarmi
gratis fino all' “église pour continuer la journée”.
In cambio chiede il mio contatto, che non ricordo affatto, per
accontentare a tutti i costi quella voglia di Occidente
che gli esce dagli occhi: come posso declinare?
Sceso
dalla moto sono braccato di saluti, faccio un paio di chiacchierate,
mi dirigo a colazionare nel baretto là vicino seguito con tutte le
attenzioni millesimali mischiate alla noia+curiosità di vedere il
solito muzungu che
viene a farsi un giro da queste parti. Il mio gancio ed il
coordinator
dell'evento s'intervallano a chiedermi se sia tutto a posto,
s'assicurano che possa fare una buona colazione, mi portano altra
acqua calda per il Nescafé mentre io scribacchio sul tavolino. La colazione antropofagica dei campioni
Ringo People, con una mano nera ed una bianca che si danno il 5 con
il ripieno di cioccolato nel mezzo, che collaborano per fare insieme
i piccoli Evans-Pritchard+Nuer del XXI secolo nella trilogia
monografica bloggeriana. In lontananza sento le grida
del Manzoni e dello Spirito tra l'ossessione mistica e l'estasi
controllata, grandi cori carismatici e forse miracoli, che rimando
volentieri a più tardi...il posto è talmente piacevole che rimango spaparanzato mezza mattinata.
Dopo
aver mangiato con il controller dell'evento,
simpatico omone grande e grosso che trova divertente il fatto che io
non riesca a capire quando qualcuno parli in lingua o in semplice
kinyarwanda. Il
pomeriggio passa tra foto, video, note. La ripresa migliore di tutti:
io che sono rincorso da un gruppo di bambini giocondi e contenti di
avere la telecamera davanti al naso, saltanti, ballanti e gridanti.
Prima di cedere la telecamera a un paio di ragazzi più grandi per
farli continuare a riprendere, ecco che arriva uno della sicurezza
che li richiama poiché le loro vocine coprono una testimonianza già
piuttosto urlata. I veri carismatici sono questi bambini, e senza
troppe balle.
Ecco
che torno per ascoltare una testimonianza (tradotta minuziosamente per me da un ragazzo dal kynia al
francese, che poi si alza e diventa un gridatore incitante la folla
lui meme) di un uomo
pluri-peccatore che non si fece mancare proprio nulla prima di
diventare un pentito professionista in tournée per
vari paesi a donare la sua testimonianza.
Ammetto
che trovo piuttosto strana la sua storia, ma ancora di più la
trasformazione del mio traduttore, sinceramente preso dal suo compito
di predicatore a tempo pieno. Ma ancora più più strano è scrivere
il diario di bordo di fronte il gentile traduttore trasformato,
passante in preda alle grida in mezzo al pubblico, sfiorandomi
rispettosamente per non ostacolare la scrittura sul netbookino.
Scopro che la
pensione notturna è a carico della pentecoste, e ciò si aggiunge ai pranzi e
alle cene offertami dalla direzione.
La loro gentilezza e cooperazione è qualcosa che apprezzo molto e
non mi sento di dare affatto per scontato. Anche se ironicamente, in
loro divertita presenza,
scherzo sul fatto che potrebbero parlare italiano dato che hanno
tutti o quasi il dono delle lingue...
Dopo
aver mangiato insieme ecco che inizio con un navigato/sportivo pastore di
Nairobi, con il mio traduttore di testimonianze dal francese, un
ragazzone di 32 anni con 7 figli e con un simpatico pastore anziano
una discussione sulla relatività. L'effetto shock
dell'antropologia è davvero
notevole. Mettere sul tavolo dialogico esempi monografici è qualcosa
che mischia le certezze anche più radicate: se i giovani cinesi sono
convinti di sacrificarsi, d'essere parte di uno Stato e nulla più, i
Pentecostali avranno dalla loro di avere miracoli così
frequentemente, e forse qualche animista sarebbe contrariato da
entrambi...la differenza umana fa cascare dalle nuvole. Trovo il
punto di vista più interessante nel pastore di Nairobi: il problema
è la misura, non esagerare è il problema umano.
Dopo
avergli fatto notare che molti in Europa li vedono come semplici
pazzi gridatori ed una breve storia sulla stregoneria in Rwanda -che
volentieri approfondirò con il mio traduttore- ecco che si va tutti
a nanna, forse più ricchi di idee e di nuovi punti di vista sulla
realtà per entrambe le parti.
Il gusto africaine -e non solo- per le forme femminili. Ci vuole qualcosa che riequilibri tutta questa spiritualità ed estasi...foto del Maichi-bu-ntu '12.