Dopo una colazione
infinita e ripetuti sonnellini, il problema di non avere l'acqua
corrente in casa crea più disagio del solito perché sento proprio
il bisogno di una bella doccia mattutina. Il dilemma è risolto con
un bollittore d'acqua per il thè riempito fino all'orlo diluito
con acqua fredda presa da una tanica in giardino (usata come scorta
per le emergenze). Il tutto viene infine convogliato in uno shampoo
sull'erba verso mezzogiorno, mentre il cielo nuvoloso annuncia un
altro temporale e la pazienza comincia a venire meno. Il resto della
faccenda “doccia improvvisata” lo risolvo in casa con un altro
bollitore e la solita tiritera miscela H20 calda/fredda, sapone alla
mano e tante imprecazioni da tenere a bada per non spaventare Sexy
Bear.
Oggi è ancora un
altro giorno dedicato per necessità o sopravvivenza alla scelta
dell'abito per l'evento di sabato pomeriggio. Mariottide ci
accompagna gentilmente in centro con la sua macchina da tamarro
rwandese borbottando tra sè e sé: “Vous etes retournez a 1 heure
du matin. C'est pas bon!”. I "ritorni a tarda notte" dalla bella vita
di Kigali sono in realtà null'altro che una birra fino alle 11 di
sera con qualche amico e chiacchiere sul più e sul meno
degli eventi giornalieri. Ma questo, a Mariottide, non piace.
Ci dirigiamo dopo una
lunga e tormentata ricerca parcheggio in un piccolo negozietto dove è
possibile affittare vestiti da sposa e sposo. Trovo subito un
completo nero con camicia e cravatta d'altri tempi perfetto per me:
qualche aggiustamento qua e là e con l'intercessione di Mariottide ed
ottengo il prezzaccio à louer di
soli 10.000rwf tutto compreso. Problema ancora da risolvere: le
scarpe eleganti, nere, da sboronata
controllata quanto basta. Si va su e giù per negozietti, Mariottide
continua sempre a boffonchiare sul nostro rientro in tarda notte ma si rivela davvero disponibile ad aiutarci in lungo ed
in largo per la faccenda vestiti.
Irene compra una gonna per 7000rwf e delle scarpe a prezzo
abbordabile maledicendo lo stile, il colore, lo stilista e
l'inventore delle paperine (chiunque lui/lei sia). Per le mie scarpe, invece, si tenta
addirittura una capatina senza-uomo-bianco-appresso per sapere il
prezzo reale della merce, che rimane comunque troppo alto per un
unico effettivo utilizzo in programma. Chiamo infine K. risolvendo la
questione in pochi minuti: me le troverà, gentilmente, entro questa
sera.
Risolta la tormentata faccenda mi dirigo, dopo aver salutato Mariottide ed
amica, al Bourbon Cafè, posto dove troverò alle 18 D. con informatore
appresso per fare due chiacchiere sul sovra-para-iper-naturale
(argomento cool da
queste parti). Aspettandoli mi concedo una sbrodolata bloggeriana, un
solito French Press small e chattate disordinate e casuali surfin'
on the web. Arriva dunque D.,
proviamo a chiamare la sua amica speciale ma il cellulare recita: “le
numero composé c'est pas accesible en ce moment”. Attendiamo
ancora 40 minuti, poi abdico e rimando il tutto ai prossimi giorni.
Torno a casa con una moto a buon prezzo che si butta nel traffico
peggio di uno scugnizzo
fuori di testa e con poca propensione a vivere a lungo. Il
Dorigatto propone per cena hamburger
e zucchine con una verza enorme sbollentata nella passata di
pomodoro, il tutto accompagnato da pane tostato con un pizzico di
sale ed un goccio d'olio.
In
serata vado con Sexy Bear a
recuperare il vestito della festa faticosamente contrattato incontrando
l'amica di Mariottide a
metà della salita infangata di Sonatube:
porgo i soldi e poi propongo al domestico di
bere qualcosa insieme tornando indietro. Morale della favola: tre
birre consumate con bis di Sexy
(divieto di bere in casa, per lui, della padronessa-generalessa), che
si concede anche una veloce sigaretta prima di rientrare. Non manca
la chiamata informativa della Madame
e una bugia bianca di Sexy:
“finiamo le Fanta ed
arriviamo!”.
Arrivato
a casa scopro che la camicia è ovviamente sbagliata: poco importa,
domani ci penserò con calma. Mariottide
assume tratti sempre più scocciati, ma arriva l'ora della nanna e
per fortuna si evita lo scontro a fuoco. Ancora una visita
bloggeriana, poi ci si prepara alla sfacchinata intellettuale di
domani andando presto a bazzicare nei giardinetti onirici.
Non dire Dorigatto se non l'hai nel sacco. Foto del Maichi Ntwari Pashcal.