lunedì 24 settembre 2012

22 settembre, Day 60. Bambini tristi in Africa?!?

     Ci si alza per la gitarella sul lago Muhazi con ritardo di un'ora sulla tabella di marcia. Poco male, alle 19.20 anche il Dorigatto è colazionato di yogurt acido e pezzetti di frutta, io di un thè amaro e di una banana rubata a Mariottide.
     Si prendono due moto per dirigerci a Remera, dove alla stazione dei bus facciamo un cambio diretto per Rwamagana, con sosta a Musha per dirigerci al Centre des Jaunes del leggendario padre Hermann, outsider salesiano con un gran progetto mandato avanti per anni in Rwanda.
     Giretto al lago di cui tocchiamo solo una parte della sua strana forma poliposa accompagnati da un paio di bimbi incontrati sul cammino affetti da una strana malinconia -del tutto anomala da queste parti del mondo- che ci accompagnano lungo il cammino vogliosi d'esser tenuti per mano.
   Altri marmochietti spuntano dalla laguna e ci inseguono, scappano davanti l'obiettivo fotografico, rispuntano dai canneti della riva giocando a “foto-fuga-foto-fuga” finché non cambiano idea volendo farsi immortalare ogni singolo secondo. Si torna indietro per una passeggiata muzunga nei bananeti, tra case di fango ed altri giovanissimi rwandesi a fare da cornice in pose d'attori con un set d'eccezione alle spalle. Spunta una ragazzina con un ombrello gigante ed un fratellino legato in spalla, candidata per una foto in prima pagina del National Geographic, mentre adulti urlano per avere qualcosa a gran voce (che siano bon-bon o cento franchi o la tua macchina fotografica poco importa).
    Tornando indietro salutiamo e chiacchieriamo a lungo con una coppia vivente e lavorante nel luogo, una direttrice di una scuola e poi ci ritroviamo magicamente in ritardo per il pranzetto al centro donboschiano. S'inizia con una “zuppa salesiana” a base di verdure che sembra in un primo tempo una gran fregatura seppur molto sana: sogno di fatto grandi tavole imbandite con ogni leccornia. Ma poco dopo, a gran sorpresa, si continua con riso, piselli, carne di capra e verdure crude. Bocciato solo, ahinoi, il budino al cioccolato finale (grande levata di cappello per tutto il resto).
    Piccola pausa cercando di far macinare inutilmente la skypeizzazione, un po' di the bollente e piccola pausa prima di ripartire quando le galline urlano la loro gioia ed i galli se vanno a spasso tra le aiuole. Si fanno foto agli orfanelli, si levano i bronci ai musetti sporchicci e V. gioca al fazzoletto + “1-2-3 stella!” anche nella versione inglese e kinyarwanda
    Ritorno in moto per la strada attraversante una piccola quasi-savana tra bananeti, mucche alla Evans-Pritchard e bimbi nudi pieni di terra rossa che urlano per la strada e fuori dalle capanne. Troviamo subito un bus per Kigali della TFRC e ci sediamo in fondo, schiacciati di fianco una gentile vecchia nonnetta con una bacinellina piena di banane coperta da un telo colorato. Vediamo parte delle foto di oggi e poi si tira a campare fino a Remera, dove si apre il portellone posteriore e volano nella strada il mio zaino insieme a quello del Dorigatto. Con la paura che si sia rotto qualcosa impreco uno “chaffeur!!” a 200 decibel, poi finalmente ci si ferma e si scende ringraziando i militari in giro per le strade per avere impedito col pensiero di rubarci qualcosa. Il terrore inconscio di commettere qualsiasi crimine in questo paese?
     Si arriva a casetta a Sonatube dove sulla strada battuta continuano i lavori di scavo per qualche strana ragione; qui ritrovo la mia indipendenza con un golpe all'armadio ed esco verso il Bourbon Cafè per avere internet, pace, solitudine e spazio per pensare. Arriva K. e parliamo, visioniamo le novità sul blog "Ubumwe Create" mangiando un panino con patatine ingerito a 200 chilometri orari ed usciamo per prendere una birra di fronte in un bistrot très cool dove incontriamo Clinton, giovane dj dal profilo attoriale. Altre foto da visionare, due parole e poi si esce incontrando i tassisti-rastafariani amici di K. con cui ci si stringe la mano in onore della totale uguaglianza. Da qui una piccola passeggiata verso il bivio direzionale dove assoldo un motard, ancora 15 minuti su due ruote ed infine la chiamata a Mariottide per farsi aprire l'uscio di casa. Sento un vago sapore di routine che inizia a trasparire da questi gesti...





     Consegna a domicilio Eminflex in Rwanda. Foto del Maichi-bu-ntu Ntwari Pashcal.