venerdì 10 agosto 2012

9 agosto, Day 16. Bagnati come dei pulcini facciamo lo shampoo ai pomodori.

     Un gallo impertinente e fastidioso mi rovina il sonno mattutino: sogno già sveglio di potergli tirare il collo e friggerlo con quell'olio unto che tanto va di moda in queste zone. Poco dopo ecco che arriva anche il Dorigallo svegliante tutto il Rwenzori e ci metto una pietra sopra sul tentativo di dormire ancora. Metto l'acqua del thè mentre vedo il Dorigatto che per un calo di pressione quasi sviene sulla poltrona di Marianne, accasciandosi, chiedendo aiuto per le medicazioni ed una liquirizia per tirarsi su.
     Da lì a poco usciamo per l'importante mattinata dedicata ai documenti per il “3 months Visa-multiple entries” all'Ufficio Immigrazione. Qui siamo avvertiti di dover pagare subito la somma stabilita e di aggiungere un CV accademico alle 4 lettere di presentazione tra Italia e Rwanda, presentando il tutto in un unico pacchetto per risolvere la faccenda. 
     Dal momento che tutte le banche vicine ci risputano la carta Unicredit senza pietà, siamo costretti ad andare alla Bekà centrale con uno sportello Ecobank che, fortunatamente, non è offline/hors de service. Più tardi scoprirò che il costo di prelievo è fottutamente alto (2%) e, seppur già lo sapessi, mi deprimo pensando ai soldi rubatimi dalle banche afro-italiane.
     Sembra incredibile, ma dopo 4 giri in moto e la fila ad un altro ufficio pagamenti, ecco che il plico è completo. Visionato attentamente pagina per pagina, sondato in ogni campo di testo, ecco che la pinzatrice unisce il tutto e lo pone accanto il mio passaporto preso in ostaggio per tre giorni, mentre una ricevuta della procedura esce dalla stampante a lato dell'impiegata. Quasi non ci credo, mesi passati per aspettare che questo coso a inchiostro tirasse fuori questo foglietto...ri- chiedo conferma, sono ri-rassicurato e faccio un sorriso grosso da orecchio a orecchio. Pare sia andata. Ma canterò vittoria solo con il visa tra indice e pollice.
    Per festeggiare, comunque sia, ci si mangia un mega menù take away per 1000rwf comprendente (per Maichi-Bu-ntu e il Dorigatto):

-3 sambussa (solito triangolo fritto con ripieno carne macinata);
-2 rotoli di frittata ripieni di verdure (questo sapete cos'è);
-1 uovo sodo (liscia il pelo al Dorigatto, anche questo già lo sapete);
-uno yoghurt à boire che trovo ben fatto, acido, come piace a me (ora lo sapete);
-1 pagnotta dolce (buono, da sapere);
-un bicchierone di latte caldo per ristabilire la corretta digestione del Dorigatto (lo sapevate?);

    Comincia a piovere, del tutto strano in questa dry season: due fulmini cadono dall'altra parte della strada con un crash rimbombante che spaventa due ragazze sedute accanto la porta del bistrot. Paghiamo il solito scotto del rincaro prezzi per bianchi -con sorrisetto del gestore-. Ma la valuta è dalla nostra parte...con tutto questo malloppo di roba paghiamo l'equivalente di un 1,32 euro, in 2 persone. Direi che l'economia tifa per noi, salvandoci sempre da ogni inculata.
    Dopo pranzo mi concedo un capriccio italiano: voglio un caffè, un caffè come si deve. Impresa quasi impossibile, ma ci si prova. Giriamo come dei matti per diversi posti dove ci offrono solo una tazza di thè a 1500rwf (ancora col sorriso sgargiante di chi ti vuole inculare) cui rispondo con un bel: “no, no, no, muzuuunga!”.
     Gira e rigira, mi decido per un hard coffee o éspresso per un 1200 rwf, ovvero più del pranzo. Ma la voglia di una broda con caffeina è troppo forte, e potrò pur concedermi un lusso da 1,50 euro! Dopo 30 minuti arriva mezzo litro di caffè ultra-bollente e la macedonia per tutte le stagioni del Dorigatto. Esco con una bottiglietta di Mountain Dew riempita per un terzo di caffè avanzato della stessa potenza di una nostra moka.
     Torniamo al KIE. Io passo il pomeriggio leggendo tesi affini al mio progetto di ricerca ed intervallo lunghe chiacchierate su skype approfittando della connesione stabile dell'università.
     Piove, piove tutto il pomeriggio, e fa un freddo novembrino torinese. Incredibile ma vero, in Africa fa più freddo che in Italia questo pomeriggio. Scopro che i progetti dell'università non sono conosciuti dall'altre parte del mondo nonostante ci siano “accordi internazionali” (!)...vedremo. In serata, quando Jolly deve uscire per fare degli esami, scappo anch'io dal campus passando oltre i militari che sembrano non fare nemmeno più caso a me.
    Decido di non prendere moto, bus, taxi o grifoni alati per tornare a casa: voglio fare due passi, arrivare fino al bivio dove dalla collina si vede una parte di Kigali ricca di luci, osservare nell'oscurità le moto che combattono per avere mezzo metro di vantaggio, sgambettare nella strada bagnata dal temporale di oggi, trasformata in una fanghiglia fastidiosa dopo essere stata una polveriera fastidiosa per giorni. 
    Arrivato a casa mi dedico a Skype con telenovela indiana e muetzin nell'orecchio a disturbarmi una chiamata già pixellata quanto basta. La sera, aspettando che la pasta cuocia, il Dorigatto torna con la telecamera ritrovata sotto ricompensa e vede i video fatti dai ladri, incapaci di usare la GoPro, ritraenti loro, la casa dove vivono ed il giardinetto sul bananeto...è un documento eccezionale in HD, che rende ancora più ironica la situazione con filmati involontari che nemmeno “Le Iene” potrebbero proporvi in prima serata.
    Mangiamo pasta con sugo di peperonata, poi sbaviamo per un pomodoro a cui facciamo lo shampoo con l'acqua della teiera e che condiamo con olio di oliva+sale per posizionarli su croccante pane tostato...bruschette, salvateci voi da questi fritti so junky! Ci manca evidentemente qualche vitamina importante non assimilata in questi giorni: un pomodoro non può oggettivamente creare questo entusiasmo. La svolta, però, arriva con una lavanderia ultra-economica scoperta dal Dorigatto su un forum per casalinghe rwandesi -ma anche no- dove porterò tutto i miei sporchi calzini nei prossimi giorni.
   In serata annuncio a Marianne che arriveranno alcuni amici italiani domani notte: toccherà sbrogliarci per trovargli spazio e di certo non sarà un Pasqua per la nostra ziona-padrona di casa...
   Chiedo la traduzione del dono delle lingue a Sexebah (ribattezzato Sexy Bear dal Dorigatto) ma o non c'è alcun dono o è qualcosa di palesemente inventato. Sarà per la prossima volta...ma domani mattina voglio un miracolo!




    In Africa equatoriale piove e fa freddo. Ci hanno raccontato delle balle per anni! Foto del Maichi-Bu-ntu fuori dal Department del KIE.