martedì 9 ottobre 2012

8 ottobre, Day 76. Leitmotif à l'africaine.

     Merlino mi sveglia chiedendomi di fare con colazione con K. prima di recarsi al lavoro. Mi alzo in fretta e furia, trovando il tempo per fare uno shampoo con tanica d'acqua fresca davanti casa in un paio di minuti. Colazione nel ristorantino di quartiere, un leitmotif della colazione mattutina a due passi dalla presidenza. Il servizio è lento, ma di certo ci ho fatto l'abitudine seppur non mi piacia affatto. A seguire vado all'ufficio immigrazione per avere notizie del mio passaporto: documento che sembrava dimenticato -seppur essenziale- dopo tutto questo tempo passato a pensare ad un frate indovino che m'indicasse la via per un research permit. “Domani pomeriggio”, è la risposta alla consegna delle preziose fotocopie dell'ottenuto lascia-passare. Vedremo se sarà vero.
    Una moto e via a Kimironko: oggi è il mio giorno di lavoro al Kie. Fotocopie e scannerizzazioni di tutti i consent form, copie digitali del sudore di campo, chiacchiere con nuovi arrivati dalle testimonianze interessanti e la pena di non avere una connessione -si può saltare pranzo, ma internet no!-. Dopo aver ammirato la solita ora di pioggia pomeridiana e la rapida discesa della temperatura scrivendo il personal report sulla mia permanenza affriggana, esco e vado in centro città per il mio caffè solitario di rito prendendo spazio per pensare. Fresca l'aria della sera, pochi giorni ancora, cosa c'è da fare, Torino sarà gelida, e così via.
    Cenetta in compagnia di un ospite neo-medico dagli abbinamenti di colore strampalati, mentre la sigla del telegiornale appare ben 6 volte di fila intervallata a pubblicità sull'attività dei vari ministeri. Il canale unico della RTV fa invidiare persino i quiz italiani delle sette di sera, non brilla certo di creatività e si capisce la ragione per la quale alle 22.30 tutto il quartiere sia già sotto le lenzuola.



  
 Le sterminate piantagioni di thè nel sud del paese. Foto Maichi Ntwari Pashcal.