venerdì 31 agosto 2012

30 agosto, Day 37. Muslimizzazione e stelle cadenti.

     Si parte con un po' di difficoltà per la defence di Gennarino alle 8 del mattino (rima lodevole). La sua discussione di tesi è preceduta da una colazioncina a base di Ikivuguto e Cake, da una sit-com per il pagamento dorigottiano del conto e dallo sberleffo dei militari del KIE. Scopriamo il posto esatto con un po' di fatica, per poi sapere che è tutto rinviato a sabato. Penso al cuscino abbandonato e mi rammarico, ma poco male: oggi si cerca casa su e giù per Kigali.
    Andiamo in un posto non troppo lontano dall'université da una docente disposta ad affittare un paio di  stanze ad un prezzo competitivo per sceicchi arabi o ricchi muzungu senza problemi di portafoglio. Si torna a bazzicare per annunci on-line di italiani in Rwanda, amici e cugini di qualche conoscente, offerte casuali e così via, così via.
   Arriva finalmente sul cellulare un messaggio di risposta del cugino K. Di T.: ci si avvia allo Stadio Regionale di Nyamirambo, lo si incontra e si valuta una casetta con cane compreso. Raggiungiamo T., vediamo una buona offerta da una famiglia muslim capitanata dalla donna più anziana, vedova ma generalessa, che ci concede un prezzo very good solo per la nostra conoscenza con T.
   Prendiamo una moto ed andiamo dall'altra parte della città, a Kicukiro, dove incontriamo Agnolina nella sua ultra-ricca casetta con tanto di dependance da affittare in lungo e in largo. Le nostre conoscenze cattoliche abbattono i prezzi, ma di certo la proposta muslim rimane il massimo della competitività.
   Incontriamo per la seconda volta l'unico albino rwandese, poi ci avviciniamo al Pasadena Bar verso l'ultimo appuntamento della giornata, trovando un posto per super-giovani con musica reggae, gazzelle rwandesi, atmosfera da sabato sera perenne. Attendiamo ch'arrivino le 20 per valutare l'offerta di probabili 50 dollari sputati a testa per 2 settimane...sarà vero? Attendo una connessione skype di qualità come un bambino babbo natale la notte del 24, poi incontriamo l'ultimo offerente casa: un single con la pancetta e l'aria bonacciona in un piccolo regno di 4 stanzette dalla visibile voglia matta di rompere la sua solitudine. Il prezzo è alto, il posto non è sufficiente, ma anche no in generale...si alzano i tacchi.
Si va al Kie. 
    Internet può diventare una prima necessità quando sei sulla linea dell'equatore, quando vuoi parlare con qualcuno a tutti i costi, quando non puoi tele-trasportarti come in Star Treck, quando vorresti mollare tutto e prendere un motard per l'Europa, quando non ti bastano 10 stelle cadenti per trovare una quadra.
    Dopo una camminata di 50 minuti dal Kie a Sonatube per stemperare gli animi e cercare il sonno da esaurimento, tra militari e agenti di sicurezza, il primo cane randagio e qualche homeless scacciato con gentilezza, Mariottide mi viene ad aprire alle 2 di notte senza fare troppe pieghe. Qu'est-ce qu'on va faire? Dormire, dormire, dormire. J'éspere: à la Rimbaud, Je est un autre.



    Kigali, veduta a volo d'uccello pur senza esser uccello o saper volare. Foto del Maichi-bu-Pashcal from Kai's place, '12.