mercoledì 22 agosto 2012

21 agosto, Day 28. Nemmeno Weber osò pensare ad una tale ossessiva burocrazia.

        Una mattinata passata nella burocratica follia organizzata della mente umana è una spiacevolezza che augurerei solo a poche persone, comunque degne di finire in un girone dantesco.
    Tra il Ministero dell'Educazione e la Commissione prendiamo una lettera di presentazione, torniamo indietro a Sonatube nel luogo ove arrivò un costoso DHL nei mesi precedenti contenente documenti, poi ri-prendiamo moto su moto spendendo franchi rwandesi senza pietà alcuna.
    Siamo ri-ri-rimbalzati come carne da macello accademica, ma ancora su di noi pende la spada di Damocle di un permesso di ricerca negato o comunque non ancora concesso. Si riparlerà a settembre di tutta la faccenda ma si riparlerà di moltissimo anche venerdì, giorno del giudizio diviso tra fine del visto turistico, consegna del nuovo progetto, demenza giovanile, probabile rinnovo del visto -già pagato-, la fine del mondo per i Maya e un gran dito medio appeso nel cielo di Kigali.
     Come stupide palline da flipper, senza sapere nulla di certo se non che si deve aspettare, assolvere dazi, sperare, avere 50 santi nei paradisi accademici, nei ministeri e forse anche nella foresta, ci si chiede cosa accadrà. Si aspetta più ansiosamente di un bimbo al veglione di Natale pronto a spacchettare i doni sotto l'albero.
     Si rimanda a venerdì, tutto qui. Come direbbe Pelù, “Tutto tutto, tutto niente”.
    Appesi ad un filo, sul filo del rasoio e con un filo rosso che lega gli scleri di mesi passati e l'inutilità di tutti gli sforzi raccolti in un solo piccolo fottuto istante. Pazienza, speranza, karma positivo, culo, caso. Chi o cosa vincerà?
   Pranzo con l'ansia di mangiar, forse, gli ultimi sambussa e l'ultimo bicchierone di Ikivuguto. Andiamo al KIE e racconto il tutto nel dettaglio a J., la quale ci dona supporto umano e logistico.
   Forse anche la Croce Rossa potrebbe risultare utile, ora.
  Dopo le ennesime scansioni di documenti e fotocopie, si torna a casa e si skypeizza, si mangia “un panino al crudo -come Bertolino simil Fassino-, un intruglio dal buon risultato del Dorigatto (con un uso anomalo di guacamole+piru-piru), pane tostato e birretta con il nostro amico Sexy Bear.
   Quest'ultimo ci domanda qualche soldino per comprarsi una bière dal momento che siamo soli questa sera -Marianne lo controlla a vista sulla questione alcool-; gli diamo l'aiuto più modesto ma fruttuoso della storia, lo invitiamo ad uscire, scegliere ciò che più gli aggrada e portare qualcosa anche per noi in modo da boire quelque chose ensemble.
    Tuttavia, lui preferisce come al solito bere in disparte e restare a controllare il suo pentolino di latte sulla brace. Un gruppetto di giovani inizia a suonare nel cortiletto laterale, la temperatura si abbassa ed il sole scappa dietro l'orizzonte già alle 6 p.m..
      Ci si vede un film molto bello, "The soloist", con Robert Downey JR. in gran forma e poi si va tutti a nanna aspettando la sfida diretta alla burocrazia rwandese da lì a qualche ora.



La couleur, foto del Maichi-bu-ntu Paschal '12.