Moto per andare da
Kibe a far foto per l'expo di metà ottobre, in piena mattina,
preciso come un orologio rwandese...attendo di fatto più di un'ora,
poi ci si prepara finalmente con martello, chiodi e sega alla
produzione di tavole come appoggio per i live paintings in
programma. Documento il work in progress
con fare pazientevole in un pomeriggio dal caldo mortale
intervallato a piogge di cinque minuti. Scorrono idee fluenti sul
progetto bloggeristico ed espositivo, si collabora e si scambiano
punti di vista e soluzioni. In tutto questo grande brain storming
prendo contatti con
un'altra chiesa ADEPR per fare chiacchierate sovrannaturali in
abbondanza e non farmi mancare abbastanza miracoli da riportare in
Italia.
Accompagnato da un
gentile Pasteur ritorno dunque all'atelier e agli
ultimi lavori della giornata. Chiacchierata informale con K. sulle
differenze di croyance dei giovani rwandesi, ed un primo
abbozzo di sistemazione nella semi-oscurità delle maschere à la
congolaise.
Il Dorigatto mi
chiama e dice d'essere svenuta due volte ai suoi esami del sangue:
impressione da ago e malditesta cronico. Sempre più ipotizzato
l'effetto collaterale del Lariam, mentre s'aprono le offerte per la nuova
stagione “rottamazione antropologi da campo”.
Ritorno dagli italiani
per cena con pesce al limone, dodo, zuppa con sapor di
Giappone, insalata amara e dolce dell'orto dietro casa, il tutto a
lume di candela causa blackout. Nella
piena oscurità segue una skypeizzazione contornata di nero,
nero, nero ed una puntata bloggeriana sul netbookino per rovinarsi
molto bene gli occhi. Finale con sboronata+apologia Macintosh del
Dorigatto, vanitosa della supremazia delle sue 6 ore di autonomia in
barba a noi, poveri mortali, in cerca di elettricità per leggere una
scarna stupida e-mail.
Si dorme
ufficiosamente già da ore, ma gli occhi si chiudono ufficialmente
solo alle 11.33.
Il sole tramonta troppo presto, ma regala comunque grandi spettacoli (versione 2). Foto del Maichi Ntwari Pashcal.