lunedì 22 ottobre 2012

21 ottobre, Day 89. C'est fatigant.

     Alzarsi alle 10 per andare in centro cercando un po' d'acqua per una piccola toilette mattutina, uscire di casa lasciando le chiavi sotto la porta dei vicini e prendere la prima moto per il centre du ville: c'est fatigant. Vedo Juventus e Lion dopo diversi giorni di assenza causa ricerca, affanni e commissioni nazionali d'affrontare a denti stretti. Aspettandoli prendo un panino con prosciutto e pomodoro al Nakumatt, faccio due passi per attenuare il mal di testa à cause du Waragi d'Uganda, poi ritorno al centro commerciale e saluto la coppia più bella di Kigali nel reparto libri, ove Lion è alla ricerca di un corso d'italiano su cd dai prezzi esorbitanti. Propongo lezioni su skype dall'Italia con tanto di giacchetta professionale nel ruolo d'insegnante di lingua nostrana.
     Una coca, una tonica ed un caffè espresso, i saluti finali scherzando sui temi paradossali emersi dalla mia ricerca e su altri fanatici religiosi sparsi per il mondo centro-africano. Dritti in direzione Kimironko per il pranzo dalla direttrice di dipartimento “to say hello but not goodbye”, con brauchettes di qualità come apripista di un delizioso pranzetto rwandese: salsa di manioca, salsa alle arachidi, spezzatino di capra, polenta di banane, patate arrosto, legumi, zucca, chapati, riso e sicuramente qualcos'altro che sto dimenticando. Favoloso finale con torta produzione Nakumatt e foto di repertorio per immortalare un dubbio caso di poliandria rwandese, ovvero molti mariti per un solo supervisor. Foto e video tipo servizio giornalistico del padron di casa, una bella guinness d'importazione a 7.5°, un tramonto favoloso all'orizzonte ed un thè poco dopo le 5 di alta qualità rwandese. Con J. usciamo di casa ed arriviamo ognuno alla sua destinazione; nel mio caso discendo per la strada di fronte l'ufficio del presidente e proseguo fino a casetta a piedi, dove trovo un piccolo party a lume di candela causa mancanza d'elettricità - perché solo in questa parte del quartiere?-.
     Una cena con ingredienti conosciuti e chapati special, poi una scappata veloce a Gatenga Expo per recuperare il pc e i miei documenti chez les italiens, la grande attesa chiacchieristica su skype ed una stanchezza enorme a cui sarebbe necessario aggiungere un inverno intero di riposante letargo.




 
     
    Maichi Ntwari con due pescatori sul lago Kivu, Kibuye, Rwanda.

20 ottobre, Day 88. The Waragi affair.

     Sveglia con Silvestro spuntante dalla finestra a lato del letto dopo aver fatto un concerto per battiti sulla porta di almeno 20 minuti e senza risposta (causa impossibilità d'alzarmi alle 7 del mattino per aprirgli la porta). Un caffè improvvisato in tazzina offerto da Merlino, poi esco verso il ristorante di quartiere dove reincontro K. con la sua pétite amie. Scappo al Bourbon Cafè dove mi dedico tutto il pomeriggio al lavoro d'ufficio finale, stacanovista scribacchino da bar muzungu: c'è anche questo da mettere sul piatto della bilancia di una ricerca sul campo. Verso sera, con gran meraviglia dei camerieri del Bourbon, finalmente me ne vado chez les italiens per un sano bicchiere di vino rosso e quattro chiacchiere godendo di pezzetti di parmigiano reggiano dal sapore di patria.
     Cosa fare o non fare stasera? La festa della birra è finita. Come procederà dunque la serata? Cena tarda e caffè alle 23.15, poi si esce con un moto-taxi verso il Soundowner ove si mischia inopportunamente waragi, fanta e birra. Problemi nel tenere l'alcool in corpo, poi dritti a nanna in tarda ora distrutto dalla lunga giornata. La sveglia suona alle 10 del mattino, le ore di sonno si contano con le dita di una mano.




    Remembering...terrazzino muzungu-style sul Lake Kivu, Kibuye. Foto Maichi Ntwari.