mercoledì 8 agosto 2012

8 agosto, Day 15. Con più proteine e cibi cotti dal Dorigatto dopo il tramonto.

    Può capitare di svegliarsi presto, senza ragione, non del tutto riposati ma certi di non potersi riaddormentare. Ci si veste, si prepara un thè rwandese e con calma si da un'occhiata al materiale raccolto durante questi giorni. Post-produco per un'ora e più il materiale fotografico del service della scorsa settimana, seleziono e cerco di capire come integrare, cosa evitare per questa motherkuckin' thesis che ci si appresta a scrivere. 
     Mi accorgo di non aver preso il Lariam ieri pomeriggio alle 17, dunque mangio una bella fetta di pane e nutella -comprata ieri dal dorigatto per 3000rwf, cibo da ricchi Muzungu-per poi buttare giù il pillolone allucinogeno (finora nessun effetto collaterale se non vago senso di vomito). Mi riposo ancora un'oretta, dopo un sonnolento saluto a Marianne, nel lettone a due piazze da dove posso sentire l'odore di terra bagnata dal temporale di questa notte. Dopo questa breve pausa faccio i bagagli per contattare il rappresentante legale delle ADEPR nel quartiere Kimihurura, che raggiungo col solito motard con il quale riesco quasi ad ottenre il prezzo dei nativi. Arrivo davanti il solito enorme edificio di culto per poi girare l'angolo verso la casa ov'è l'ufficio legale di un certo Rev.Samuel.
     Battendo il portone con l'enorme scritta ADEPR noto da due bucherelli un paio di persone che fanno finta di non sentirmi. Mi domando il perché di tutto quel tempo perso e di tutti quei battiti inutili; insisto, ed infine uno dei due si decide a dirmi che non può aprirmi da quel lato. Li mando a qual paese ed accedo ad un cortiletto dove, nel solito français+anglais, mi invitano a scrivere una lettera di mio pugno al responsabile legale delle ADEPR descrivendo la mia richiesta nella più totale liberté d'éxpression.
     In 5 minuti butto giù la lettera memore dei mesi passati a riscrivere il progetto di ricerca e lo consegno al segretario del Rev., il quale lo riempie di tutta risposta di bolli blu contrassegnati e firmati. Chiamo al cellulare lo stesso destinatario per avvisarlo del deposito cartaceo ed infine esco da quel covo di burocrati...speriamo bene.
      Ancora 400rwf e si va al KIE dove prendo il mio visitor's badge per gentile concessione di militari armati, e mi dirigo verso la Main Library per continuare il lavoro da topo di biblioteca rwandese. Incontro i ragazzi di ieri sera, li saluto e poi mi dedico a spulciare le dissertations cercando nel contempo di risolvere i problemi di connessione internet ma senza risultato.
     Verso le 12.30 arriva il Dorigatto affamato dopo una mattinata spesa tra lavanderie e supermercati nella piena nostalgia della vita da casalinga torinese. Io mangio un rotolo di frittata con carne di una pesantezza inimaginabile ed una caro vecchio sambussa. Irina Doris va per un piatto patatine e hamburger nel caffè di fronte mentre le tengo compagnia con un single-shot espresso neanche troppo malaccio.
      Si torna a fare ricerca, e dopo diversi piccoli scleri si riesce ad ottenere una connessione stabile con la wi-fi dell'Università. Sono presentato alla parte di staff che non avevo ancora conosciuto, tutti molto gentili ed interessati alla mia ricerca in cantiere. Ne approfitto per avere colloqui via skype senza un filo di disturbo dovuto alla linea, ed aspetto solo soletto nell'ufficio del dipartimento che Gertrude torni per le nove dopo i suoi esami all'Università.
     Tutta una intera scrivania per il Maichi-Bu-ntu, le cicale che cantano fuori dal campus ed un notebookino su cui prendere appunti per la tesi...un quadretto fantastico che da finalmente un giusto peso e valore all'essere studenti. Dovevo andare fino in centro-Africa per avere questa sensazione? 
       In lontananza canti certainment di qualche chiesa di qualche tipo, con le solite cattedrali di voci giovani degne di vincere qualsiasi talent show europeo e mondiale, forse.
       Aspettando che Gertrude torni dai suoi esami all'Università mi leggo delle tesi pulp undergraduate sul potere, il ruolo positivo e negativo, i silenzi delle chiese pre-post-durante la metà degli anni '90...prendo appunti, sbircio facebook ma poi, all'alba delle 21.30, non reggo davvero più e chiamo la nostra supervisor. Da lì a poco arriva, solare come sempre; la ringrazio del suo supporto e poi scappo dal campus sorvegliato da militari sparsi qua e là, nell'aria fresco-umida simile ad un nostro autunno avanzato. 
        Restituendo il Guest Badge all'uscita noto il ghigno dei militari parlottanti tra di loro; avrei voglia di mandarli elegantemente a fanculo ma penso che non sia decisamente il caso di farsi incarcerare per degli idioti in divisa. Chiamo un motard, contratto per 400 rwf (il prezzo anche per i non-bianchi) ed accetta incredibilmente senza problema: forse iniziano a riconoscermi questi lavoratori su due ruote di questa zona, e forse a capire che non è il caso di sparare prezzi allucinanti?
     Tornando a casetta faccio l'ultimo tratto nell'oscurità e sento i passanti ripetere uno strisciante “Muzzzzzzzzungah!” a cui ripeto scocciato un placido “Muszunga, Muszunga!”. L'antropofago è anche vittima di razzismo inverso, ma in fondo è understandable; non toglie il fatto che non faccia piacere. Oltrepassato il cancello, Marianne mi propone di rispondere con un “africaine!”ma declino il consiglio per non ritrovarmi in una rissa nel cuore dell'Africa. Lasciar perdere è il modo migliore per obliterare individui ottusi, e di certo non solo sulla linea dell'equatore (?).
       Il Dorigatto affamato propone una peperonata venuta molto bene e dalla lunga preparazione serale in nostalgica crisi da casalinga uscita dalla serie Desperate Housewife. A seguire una carne alla trentina più che buona con pane rwandese d'accompagnamento. Dopo aver mangiato anche frutta esotica, crollo in una spirale di sonnolenza acutissima e da lì a poco m'addormento placidamente rinviando alla mattina qualsiasi cosa e persona. 

 

    La foto, ricca di pixel iper-prodotti, ritrae il Maichi-Bu-ntu davanti il Dipartimento di Gender Studies del Kie, Kigali. E' intento a mostrare il suo Guest/Visitor's Badge come un bimbetto a caccia di leoni zebrati dal collo di giraffa, la perfetta chimera antropofagica.

7 agosto, Day 14. Con un titolo più lungo, un dizionario più ricco ed una connessione più stabile.

    Sveglia che suona presto per una colazione semi-solitaria scrivendo beato della tranquillità mattutina ed oziosamente sorseggiante thè rwandese. Con gran felicità passo una mezz'ora su skype a parlare avec ma chère; a seguire navigata leggera su internet e composizione del blog per rilassarmi un po' e pensare al lavoro da farsi nei prossimi giorni. Un po' di pausa non farà male ai miei lobi.
    Si fa pranzo con pasta dorigottiana tonno e pomodoro per finire le scatolette avanzate dalla passata spesa; crollando dal sonno mi concedo un sonnellino prima di fare i bagagli e dirigerci al KIE per una bibliographical research tra dissertations e libri alla Main Library dell'università.
   Mentre Irene parla con due ragazzi per il suo workshop, io mi scontro con le impiegate alla biblioteca degne della lentezza fisica e mentale delle nostre italiane. Grazie a Dio, dopo aver usato una interprete-collaboratrice, arriva un giovane ragazzo che mi guida nelle ricerche d'archivio on-line per poi andare avanti autonomamente tra le diverse tesi e pubblicazioni nascoste in tutto quel mare di carta. Tiro giù una lista di scritti interessanti, la porgo alla bibliotecaria ed ottengo il materiale pronto da spulciare. Lotto per avere una connessione internet ed infine ottengo il posto di una impiegata troppo impegnata a vedere video su youtube.
    Mentre prendo appunti sul netbookino arriva il Dorigatto dal naso sanguinante che viene assistita dagli impiegati nella sua emoraggia nasale. Sono cacciato per chiusura porte alle 17.
    Uscendo prendiamo un soft drink con i due studenti universitari, restituiamo il vuoto in vetro e prendiamo un bus -con chiacchiere ed opinioni sugli Europei di calcio dell'Italia- per il Goethe Institute dove stasera proiettano due short movie: “Esterhazy”, corto polacco creato con figure di pongo su un povero coniglietto nella Berlino del crollo '89; “Lola Runnt”, che vedo per la quarta volta in lingua originale con sottotitoli inglesi, dove il tempo ed il caso costruiscono vite intere in pochi istanti.
  Aspettando di entrare in sala si fanno due parole sulla relatività e sul significato delle parole rappresentanti differenze fisiognomiche ma non solo in kinyrwanda:

-Abazungu: i bianchi, ma anche in senso più lato chi si atteggia da ricco o lo è vistosamente o comunque è così percepito (chiunque lo sia è automaticamente ricco, senza eccezioni);
-Abarabu: gli arabi, ovvero les muslims;
-Abahindi: gli indiani, non d'America, ovvio;
-Abachinwa: les chinoises, ovvero chi viene dalla Cina;
-Abayapani: chi viene dal Japan;

    Ci si gode una serata che sa di occidentale -i bianchi sono tutti concentrati qua, stasera, al Goethe Institute-. I ragazzi, pur guardando solo un paio di brevi film, sono palesemente annoiati dalla durata e preoccupati per i lavoro di stesura tesi che si apprestano a fare in questi giorni. Le abitudini di svago e la percezione del tempo è del tutto differente, così come l'idea di vedere immagini e parole ad un ritmo di montaggio elevato.
   Dopo una serie di malinconici “What if?” alla fine di “Lola corre” e la afro-boringness per i film che durano troppo tempo (come spiegargli che alcune pietre miliari della storia del cinema durano anche 5 ore?), proviamo anche la relatività dei prezzi applicati ai bazungu nella ormai classica contrattazione con i motards. Arriviamo a 700rwf per 20 minuti di moto, ovvero un prezzo giusto, ma sempre solo dopo trattative lunghe, scherzose ma abbastanza nette nello stabilire differenze di trattamento per i bianchi.
  Il Dorigatto se ne arriva con una spesa da colazione dei campioni e mi convince a cenare con pane-nutella+thè, boicottando un bis di “pastasciutta-base-base”, ovvero mangiare giusto per riempirsi la pancia.   
   Il sonno è strisciante, mi addormento nell'atto di battere sui tasti del netbookino per poi svegliarmi in piena notte per lo scroscìo di una gran temporale mentre da lì a poco un gallo avrebbe incominciato a strillare e rompermi le balle per tutta la mattinata.


Kimironko Market, Kigali, Rwanda, July 2012. Riprese e montaggio di Irene "Rwenzori" Dorigotti. Cliccate please questo link youtubbiano...