Topo da biblioteca
ancora, ancora e ancora...lavori di testo+immagine intervallate a
rapide carrellate sul mondo sbirciando su quotidiani on-line,
considerazioni terrene su questioni ultra-terrene, stanchezza e noia
part-time. Nel frullatore metto stress ed
attese estenuanti di permessi d'ogni genere, giornate su open-office,
slideshow imbastiti,
thè verde buttato direttamente nella tazza con acqua tiepida presa
da un vecchio bollitore, zanzare al lavoro dopo il tramonto e strane
libellule che fuoriescono da dietro il frigorifero del dipartimento
dall'aspetto disgustoso.
Il
tempo passa come miele di montagna rwandese cadente da un cucchiaino
di legno grezzo, lo stesso ch'assaggiai a Byumba chez les
italiens. Penso a Torino, poi a
Kigali, a nuovi progetti bloggeristici con l'Edopardo, alla seconda
serie di Scrubs ed
infine torno a lavorare alla mia ricerca di tesi: perdo il senso di
tutto ciò, lo riacquisisco e mi ritrovo nel limbo
tra essere/non essere con tutte quelle balle da filosofo greco
passeggiante sotto portici ateniesi.
Il Dorigatto chiama
nel pomeriggio sotto shock
per un incidente in moto che diviene una caduta che diviene niente di
grave che diviene solo una botta nell'arco di venti minuti. Tornando
a casa initimerà al motard
di andare “slowwww” ancor
prima di mettersi il casco, lotterà per i suoi cento franchi di
sconto e penserà infine a come preparare una cena con una scatoletta
di tonno ed un cavolo bollito già pronto per la spazzatura. In un
primissimo momento non dichiara nessun danno subito a sè o a terzi,
per poi cominciare in serata a percepire dolori che prima non
esistevano e lamentele su dottori dalle diagnosi troppo affrettate.
Si
rifà tuttavia con una marmellata di papaja
che pensa di mettere in produzione su grande scala ispirandosi al
successo del celebre re dello yogurt italiano. Io ceno con due
pomodori e quattro fette di pane, chiudendo con dell'ananas offertomi
da Mariottide.
Bizzarro, ma vero.
Che vita da bananeto!, foto Maichi Ntwari Pashcal.