Difficile convivere
con l'idea che un gallo ti svegli, che tu lo voglia oppure no. La
mattinata non è favorevole alla connessione internet e, dopo
numerosi back-up+scleri computeristici, mi decido a prendere armi e
bagagli del piccolo antropofago per andare a fare ricerca a
Nyamirambo. Prima di ciò, si portano finalmente in lavanderia col Dorigatto tutti
i fagotti accumulati in queste settimane contrattando per un onze
mille francs diviso due.
Motards
coalizzati mettono i bastoni tra
le ruote (le nostre ruote, bazungu!)
per fissare un prezzo non negoziabile almeno per 3 minuti di agonia, fino a
quando qualcuno cede per non perdere la corsa mettendo da parte ogni
genere di presunta differenza.
Prima
delle sei ore di service vado
in un baretto dove già con Kai avevamo breakfastato
qualche tempo fa. Due piccole
cakes ed un thè
zuccherato troppo dalla signorona dietro il bancone (che mi chiede se
sia diabetico perché poco zuccherato, a suo avviso) mi costano
300rwf. Ho abbastanza forza nelle batterie per dirigermi tra le
baracche e ricevere il saluto di tutti gli astanti nella pauvre église che mi benedicono e ritengono il benvenuto. Mentre la giovane
informatrice-traduttrice in francese ridacchiante mi raggiunge,
comincio a tirare fuori gli aggeggi video-fotografici, guardarmi
intorno e scrivere qualche appunto sul moleskinantropofagico.
Oggi aggiungo materiale performativo, testimonianze agghiaccianti,
attese snervanti in cui allenare lo sguardo a particolari sfuggenti,
riflessioni sulla disposizione dello spazio e i ritmi temporali,
monologhi infiniti ma con espressioni facciali fenomenali.
Esausto,
prendo una moto per tornare a casa ma nemmeno con due fedeli appresso
riesco a farmi fare un prezzo normale,
pagando la solita tassa inconscia per il colonialismo bianco.
Arrivato al portoncino trovo gli amici italiani a casetta:
chiacchieriamo, prendiamo un thè, confidiamo in Sexebeh (come si
scriverà?) come garante per una contrattazione due moto alle 4.30
del mattino che useranno Lia e Giulia per andare alla fermata dei bus
verso la Tanzania.
Oggi
è il compleanno di Kai ma Taru, dopo averci avvisato ed invitato a
bere al compleanno del suo amico tous ensemble,
ci richiama informandoci che la festa di questa sera è per soli
giapponesi. Rinviamo il tutto al giorno seguente e ci organiziamo sul
da farsi.
Incontriamo
anche Ilaria e tutti insieme facciamo spesa all' “Italian
Supermarket” per 24000rwf da veri bianchi mediterranei affamati di
pane, salame e pasta al pomodoro. Con un nero d'Avola origgginal
siccciliah facciamo aperitivo
con una schiacchiatina abruzzese su fette di yellow bread
rwandese. Ma prima di goderci
tutto ciò, il grande problema è: come aprire la bottiglia di vino?
Sexy Bear domanda alla
sua ziona/padrona se abbia il misterioso attrezzo, ma poi è
gentilmente costretto a telefonare ai vicini per andare a
recuperarlo: è il volere di Maman/Madame.
E' il momento della pasta trentina alla Dori-sfi-gatto del Rwenzori,
seguita da due chiacchiere+consigli sulla tesi “performances
Pentecostali”, passaggio di
films, imposizioni di maternità non volute, pance gonfie ma
soddisfatte da una fetta serale di pane e nutella+thè serale, il
tutto spaparanzati sul divano di Marianne. Quest'ultima naviga tutta
la sera su internet senza tregua o alzare gli occhi un solo secondo: congetturiamo abbia aperto un profilo su Badoo,
anche per spiegarci un disfunzionamento totale della connessione
wi-fi.
Si va a dormire, grazie a Dio non vado in Tanzania con due giorni di caldo e sudore schiacciati in un bus e già spero che il gallo si faccia i fatti suoi
domani mattina...
I colori del Rwanda e delle sue mille colline. Angolo promozional-istituzionale per grandi e piccini offerto dalla Rosticceria di Kigali "Sambussami senza pietà" e dal Maichi-Bu-ntu antropofotograffiante, ch'oggi scattò questa photo.
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