martedì 21 agosto 2012

19 agosto, Day 26. La maladie ed il semi-bidone Japanese.

     Malattia mattutina seguita da una colazione iper-curata del Dorigatto con tanto di tavola imbandita per IlarPaolMike. In menù: pane e nutella liquida importata dalla Scandinavia, versione taroccata-africana del Nesquik, papaya pastosa per palati esotici, latte di Nyagatare, ottimo thé verde del Rwanda.
     Un pasticcone di paracetamolo, una bustina di MgKvis per riequilibrare la morte apparente e l'inerzia di una semplice influenza che qui fa subito pensare a malaria, febbre gialla, colera, chi più ne ha più ne metta. La telenovela a 5000decibel di Marianne non aiuta di certo il riposo né una qualsivoglia degenza, ritrovandoci tutti e 3 malati (tranne il Dorigatto causa super-poteri provenienti dalla sorcellerie) ed inaugurando il “piccolo ospitaletto di Kigali” a casa di Marianne. Segue un pomeriggio da dormienti in un'uggiosa domenica pomeriggio.
     Paolo e Ilaria scappano prima che Marianne sappia o si ricordi che arriveranno i Japanese alle 7 p.m. portando, almeno così si era programmato, gustose prelibatezze orientali. Taru, Kai and friends arrivano a Sonatube puntuali e vado a prenderli sgambettando malaticcio su per la salita rossa non asfaltata. Ma quando siamo quasi arrivati a casa, Taru ammette di non essersi ricordato delle sue prelibatezze (o meglio l'alcool parlò per lui qualche sera indietro), dunque le nostre aspettative culinarie sono infrante. Dopo aver preso il Dorigatto a casetta e intercettato Kibe, si va tutti in un locale vicino ad ingurgitare le care vecchie brauchette à la rwandeise, salatissime ed abbrustolite senza pietà.
    I nostri finti tonti dal sol levante non hanno cibo giapponese ma in compenso tirano fuori comunque una vaschetta di pescetti disidratati da Tokyo ed un succo di frutto della passione, che smangiucchiamo accompagnati dai soliti soft drinks e dalla cheap and popular Primus a 700rwf.
     Con Kabi parlo della stregoneria in Congo, serpenti giganti che portano lettere, di gente che vola su basket intrecciati e veleni a sopresa nella colazione, giungendo alla solita conclusione in tematiche supernatural: credere o non credere? Ognuno dice la sua, la risposta non è mai una sola, beviamoci una birra e facciamola finita.
     In tarda serata mi risale la febbre, un'amica di Kai mi domanda se sia malaria: io faccio le corna, le dico di non portare jella e mi ricordo delle mie pasticcone di Lariam sul comodino.
     Il Dorigatto decide per un bis di spiedini di carne; io inizio a sentire freddissimo, tremolare, e da lì a poco ci si saluta dandosi appuntamento nei prossimi giorni per la serata tris della serie: “Immigrati in Rwanda”.
   Infine vado a casa, crollo nel letto ma racimolo ancora le ultime forze per dare un occhio a facebook e ritrovare l'occidente, skype per parlare con gli amici ed il sonno per ritornare sani.



Masque à la congolaise, by Kabi. Foto del Maichi-bu-ntu Paschal, '12.

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