Malattia mattutina
seguita da una colazione iper-curata del Dorigatto con tanto di
tavola imbandita per IlarPaolMike. In menù: pane e nutella liquida
importata dalla Scandinavia, versione taroccata-africana del Nesquik,
papaya pastosa per palati
esotici, latte di Nyagatare, ottimo thé verde del Rwanda.
Un pasticcone di
paracetamolo, una bustina di MgKvis per riequilibrare la morte
apparente e l'inerzia di una semplice influenza che qui fa
subito pensare a malaria, febbre gialla, colera, chi più ne ha più
ne metta. La telenovela a 5000decibel di Marianne non aiuta di certo
il riposo né una qualsivoglia degenza, ritrovandoci tutti e 3 malati
(tranne il Dorigatto causa super-poteri provenienti dalla
sorcellerie) ed inaugurando il “piccolo ospitaletto di
Kigali” a casa di Marianne. Segue un pomeriggio da dormienti in
un'uggiosa domenica pomeriggio.
Paolo e Ilaria
scappano prima che Marianne sappia o si ricordi che arriveranno i
Japanese alle 7 p.m. portando, almeno così si era programmato,
gustose prelibatezze orientali. Taru, Kai and friends arrivano a
Sonatube puntuali e vado a prenderli sgambettando malaticcio su per
la salita rossa non asfaltata. Ma quando siamo quasi arrivati a casa,
Taru ammette di non essersi ricordato delle sue prelibatezze (o
meglio l'alcool parlò per lui qualche sera indietro), dunque le
nostre aspettative culinarie sono infrante. Dopo aver preso il
Dorigatto a casetta e intercettato Kibe, si va tutti in un locale
vicino ad ingurgitare le care vecchie brauchette à la
rwandeise, salatissime ed
abbrustolite senza pietà.
I
nostri finti tonti dal sol levante non hanno cibo giapponese
ma in compenso tirano fuori comunque una vaschetta di pescetti disidratati da
Tokyo ed un succo di frutto della passione, che smangiucchiamo
accompagnati dai soliti soft drinks
e dalla cheap and popular Primus
a 700rwf.
Con Kabi parlo della
stregoneria in Congo, serpenti giganti che portano lettere, di gente
che vola su basket intrecciati
e veleni a sopresa nella colazione, giungendo alla solita conclusione
in tematiche supernatural:
credere o non credere? Ognuno dice la sua, la risposta non è mai una
sola, beviamoci una birra e facciamola finita.
In
tarda serata mi risale la febbre, un'amica di Kai mi domanda se sia
malaria: io faccio le corna, le dico di non portare jella e mi
ricordo delle mie pasticcone di Lariam sul comodino.
Il Dorigatto decide per un bis di spiedini di carne; io inizio a
sentire freddissimo, tremolare, e da lì a poco ci si saluta dandosi
appuntamento nei prossimi giorni per la serata tris della
serie: “Immigrati in Rwanda”.
Infine vado a casa, crollo nel letto ma racimolo ancora le ultime forze per
dare un occhio a facebook e ritrovare l'occidente, skype
per parlare con gli amici ed il sonno per ritornare sani.
Masque à la congolaise, by Kabi. Foto del Maichi-bu-ntu Paschal, '12.
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