Mattinata solitaria
per uffici e ministeri cercando di cavare un ragno dal buco, di
capirci qualcosa, di creare un buona atmosfera, di conoscere e creare
conessioni, insomma...di tirare per i capelli il fato nella nostra
direzione. I risultati sono sempre velati di mistero, seppur con
qualche precisazione in più, ma pagare e non essere certi
di ottenere qualcosa qui è la pura normalità. Meccanismi incomprensibili al
buon senso umano rendono difficile anche masterizzare un cd, quasi
come cercare di tirare giù la luna con amo, verme e canna da pesca.
Nonostante ciò torno
al KIE, lavoracchio in post-produzione per tutto il pomeriggio e godo
di una fluida connessione che rende più reale le conversazioni
skype-izzate. La stagista
meno indaffarata della terra risolve i suoi compiti con una fotocopia
in tutto il pomeriggio, un ascolto ripetuto della stessa canzone e
una placida non-curanza dei muzunghi
italiani che le stanno attorno.
Becchiamo
Genereuse al Karibu, a cui da giorni ho promesso di dare la mia parte
post-prodotta delle foto del suo matrimonio. Il servizio le piace e,
galvanizzata dalle novità, decide sul momento di farsi aprire un
account facebook. Pasticciose dimenticanze password, foto marriage
improbabili e richieste di celare la sua vera età sono nulla a
confronto con una traduzione interpretata in kinyarwanda
del “Dorigatto del Rwenzori”.
Vale davvero la pena spendere due righe su quest'ultimo punto.
Se
il gatto domestico in kinyarwanda è
“injangwe”, il
gatto selvatico, ma anche la gente di campagna -o così almeno ci è
stato riferito- è “inturo”.
Dopo la proposta di un banale fiore -”karabo”- e di una ancora
più piatta 'bella'-”mbigiza”-
proposte da T. (arrivato da lì a poco), si propende per la
denominazione 'gatto di montagna' come forma di traduzione più
vicina al vero nome del Dorigatto del Rwenzori.
Un vero e proprio volo pindarico filologico del tutto inutile ma
sicuramente spassevole seppur del tutto futile.
A me, invece, mi si
appioppa l'epiteto Ntwari Mikayire,
ovvero le “vaillant Michel”.
Salutiamo
Genereuse e la lasciamo dalle sisters dove
vive, poi ci si divide: Doris segue la via di casetta, causa+effetto
del milk-shake
pomeridiano; io bevo ancora una coca con T. parlando del più e del
meno della vita quotidiana rwandese a Nyamirambo. Prendo il mio
solito motard per il
ritorno notturno -anche se alle 6 è buio qua- e, dopo aver aspettato
molteplici tentativi di aprire la porta sul retro da parte del
Dorigatto, ecco che Marianne nella totale oscurità (i soliti
Kigali's black-out)
riesce ad aprirmi e a farmi ritrovare un letto quasi comodo su cui
riposare dai grandi lunghi scleri giornalieri tutti i laghi
in tutti i luoghi.
Il tramonto a Sonatube, 5.50 p.m. (!). Foto del Maichi-bu-ntu Paschal '12.
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