venerdì 24 agosto 2012

22 agosto, Day 29. Ntwari Mikayire e la pura normalità.

     Mattinata solitaria per uffici e ministeri cercando di cavare un ragno dal buco, di capirci qualcosa, di creare un buona atmosfera, di conoscere e creare conessioni, insomma...di tirare per i capelli il fato nella nostra direzione. I risultati sono sempre velati di mistero, seppur con qualche precisazione in più, ma pagare e non essere certi di ottenere qualcosa qui è la pura normalità. Meccanismi incomprensibili al buon senso umano rendono difficile anche masterizzare un cd, quasi come cercare di tirare giù la luna con amo, verme e canna da pesca.
     Nonostante ciò torno al KIE, lavoracchio in post-produzione per tutto il pomeriggio e godo di una fluida connessione che rende più reale le conversazioni skype-izzate. La stagista meno indaffarata della terra risolve i suoi compiti con una fotocopia in tutto il pomeriggio, un ascolto ripetuto della stessa canzone e una placida non-curanza dei muzunghi italiani che le stanno attorno.
     Becchiamo Genereuse al Karibu, a cui da giorni ho promesso di dare la mia parte post-prodotta delle foto del suo matrimonio. Il servizio le piace e, galvanizzata dalle novità, decide sul momento di farsi aprire un account facebook. Pasticciose dimenticanze password, foto marriage improbabili e richieste di celare la sua vera età sono nulla a confronto con una traduzione interpretata in kinyarwanda del “Dorigatto del Rwenzori”. Vale davvero la pena spendere due righe su quest'ultimo punto.
    Se il gatto domestico in kinyarwanda è “injangwe”, il gatto selvatico, ma anche la gente di campagna -o così almeno ci è stato riferito- è “inturo”. Dopo la proposta di un banale fiore -”karabo”- e di una ancora più piatta 'bella'-”mbigiza”- proposte da T. (arrivato da lì a poco), si propende per la denominazione 'gatto di montagna' come forma di traduzione più vicina al vero nome del Dorigatto del Rwenzori. Un vero e proprio volo pindarico filologico del tutto inutile ma sicuramente spassevole seppur del tutto futile.
      A me, invece, mi si appioppa l'epiteto Ntwari Mikayire, ovvero le “vaillant Michel”.
    Salutiamo Genereuse e la lasciamo dalle sisters dove vive, poi ci si divide: Doris segue la via di casetta, causa+effetto del milk-shake pomeridiano; io bevo ancora una coca con T. parlando del più e del meno della vita quotidiana rwandese a Nyamirambo. Prendo il mio solito motard per il ritorno notturno -anche se alle 6 è buio qua- e, dopo aver aspettato molteplici tentativi di aprire la porta sul retro da parte del Dorigatto, ecco che Marianne nella totale oscurità (i soliti Kigali's black-out) riesce ad aprirmi e a farmi ritrovare un letto quasi comodo su cui riposare dai grandi lunghi scleri giornalieri tutti i laghi in tutti i luoghi.




     Il tramonto a Sonatube, 5.50 p.m. (!). Foto del Maichi-bu-ntu Paschal '12.

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