Sveglia 7.30, già in
ritardo, ma in 10 minuti sono pronto e con lo zaino in spalla sopra
una moto diretto verso la strada dei ministeri. Faccio una colazione
veloce da K. fino alle 8.30 e sono presente al centro Adepr alle 8.33.
Mi capitano due super dialoghi sui doni sovrannaturali che mi
prendono circa tre ore piene, senza un minuto di pausa nemmeno per
bere l'amazi gentilmente
offertami. Una
prima mattinata con l'occhio semi-aperto e le orecchie captanti
testimonianze degne di finire in un documentario prodotto
dall'aldilà. La
normalità è del tutto un
fattore culturale. Non fa una piega.
Scappo
a Nyamirambo per un nuovo service incontrando e
risolvendo i soliti problemi del campo, poi mi dirigo con D., sua
moglie ed un 'altra coppia a casa del primo per un pranzetto
domenicale. Ad accompagnare un buffet con
ingredienti troppo ricorrenti in questo paese, la visione di un film
di produzione statunitense tra il fantasy improbabile
e l'esplicita volontà di convertirti con una pellicola di ben dubbia
qualità. Il video del matrimonio della coppia mi lascia di sasso e
mi fa rivivere in una mezzoretta tutte le sfaccettature della cerimonia di marriage traditionelle.
Latrina a lato di un
bananeto, pioggia torrenziale, nubi grigio-nere ed il tentativo
inutile di andare in un internet cafè chiamato “ABC”
popolato, secondo D., da molti europei e giapponesi. Al KIE per un
piccolo salto dedicato a lavori d'ufficio e poi il solito Bourbon
Cafè fino alle 9.30 p.m. per scrivere, rivedere, riflettere
su che diavolo stia facendo in mezzo all'Africa.
Prendo una moto per
raggiungere les italiens in
un'incognita destinazione chiamata “Chocolat” che troviamo
ovviamente chiusa. Si procede tutti in un nuovo posto suggerito dal
re dello yogurt italiano, dove ordiniamo una paio di birrette e del
thè che arriva dopo circa 40 minuti d'attesa. Chiacchiere spazianti
da “Gatto nero, gatto bianco” all'olio d'oliva, dal Kosovo ai
cavalli in servizio civile nell'inverno albanese e l'inutile
tentativo di continuare la serata tra maschietti al “Papyrus”. Si
va tutti a casa et on va se coucher verso le 00.13.
I ragazzi dell' "Ubumwe Create" costruiscono un tavolo per l'expo ottobrina all'atelier. Foto Maichi Ntwari Pashcal.
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