sabato 20 ottobre 2012

16 ottobre, Day 84. Isole tropicali in zuppa d'acqua dolce.

      Mi alzo prima della sveglia quando il sole tarda ancora a sorgere poiché la nanna è iniziata molto precocemente causa tramonto ore 6p.m., no luce elettrica, no attività disponibili. Esco di casa alle 6.30 a.m., poi vado dritto a Nyabugogo Taxi-Bus Parking con la prima moto che mi capita sulla strada dei ministeri, sopra casa. Piccola colazione con ingredienti scelti e testati: ikivuguto, cake, chapati. Di seguito vado alla Capital Transports per prenotare il mio biglietto da 2600 rwf con due ore e mezzo di viaggio circa davanti al naso. Il posto non è dei migliori ma è in fondo al bus, e non troppo stretto: ho quasi la quasi forza d'abitudine, oramai, d'affrontare le scatolette di tonno Toyota da 24 posti senza troppa noia.
     Arrivo a vedere il Kivu con “la canzone del sole” nelle cuffiette ed ammiro le sue lunghe braccia distese in mezzo a colline verdeggianti tuffantesi nel lago; a Kibuyie attracco alle 9.45, scendo dal bus e mi dirigo in direzione di un hotel sussurratomi da K.: il Golf Residence. Piccola spiaggetta con navi, scaricatori di porto di casse di birra e bibite Bralirwa, servizio di sicurezza ed un prezzo per una cameretta che passa da 30 mila a 10 mila franchi nello spirito d'aver capito i rwandesi ed il loro gusto alla contrattazione. Una doccia calda (meravigliosa novità dopo tre mesi), un piccolo relax e poi esco trafelato dalla voglia di esplorare questo magnifico lago.
      Vado prima di tutto alla Bank of Kigali per recuperare i soldi con i quali mangiare il solito menù diponibile nel paese. Ritornando sui miei passi trovo una chiesa cattolica in pietra con vetrate colorate ed una stutua del santo con le chiavi in mano della baracca principale, St.Peter. V'è anche un sito memoriale con teschi e scapole in vetrina e la grande scritta “Never Again”, per la gioia degli stomaci più deboli e delle menti suscettibili. Ridiscendo per la strada principale verso la spiaggia ove sono accompagnato verso la barchetta che mi porterà alle little islands di fronte la costa di Kibuyie.
    Dritti con gli chaffeurs per andare all'isola della pace (Amahoro) e Napoleon in una traversata di 20 minuti fino alla prima, altri venti verso la seconda. Incrociamo la nave del presidente che taglia il grande lago diretto verso nord mentre noi, con la barchetta ciondolante, arriviamo a destinazione senza problemi e godendoci un panorama che per me è una novità strabiliante ma per i due chaffuer rwandesi un film visto 500 volte.
     L'isola della pace è un piccolo paradiso composto da due isolotti nella tranquilla marea del Kivu, con campo da volley, bar con scritta “fiduciamo nell'aiuto di Dio”e cucina minimale. Il costo per attraccare è di 1000rwf con una bibita compresa, ovvero un euro e poco più per un'isola tropicale con passeggiata di sassi sull'acqua e promenade tondeggiante con vista Congo in lontananza. Quattro chiacchiere con il simpatico gestore dell'isolotto delle meraviglie, poi si torna in barca dai pirati morigerati in attesa del mio ritorno per viaggiare attraverso il piccolo mare dolce.
    L'isola dei pipistrelli, ovvero Napoleon, è la cosa più particolare che vi possa capitare di vedere: alberi pieni di pipistrelli cicciottelli aggrappati ai rami che il mio chaffeur spaventa con sassi lanciati a terra. L'effetto è quello di grida sorde nell'aria e di una nube di pipistrelli spaventati nel cielo, del tutto innocui per l'uomo. La caverna di Batman fa ridere i polli: qua l'azzurro è tinto di puntini neri con ali dalla faccia di topo ed uno sfondo meraviglioso. Il lago Kivu brilla della luce pomeridiana, seminato di atolli verdi spuntanti dall'acqua, immerso in una temperatura estiva e con un sole mordente: un paradiso tropicale che dovrebbero vedere tutti prima di passare a miglior vita.
    Torniamo indietro mentre la mia faccia arrostisce come un peperone alla griglia dell'equatore e, spaparanzato sulla testa della barchetta, ammiro un panorama davvero fenomenale per gli occhi antropofagici che trovano la ricompensa alle lunghe ore passate a capire la parola “etnografia” in moduli su moduli per anni su anni.
   La cena è composta da un panino con patatine fritte davanti al pc seguita da una birra rilassante. Mi godo la solitaria scampagnata in paradiso (come dimostrato dalla statua di San Pietro vista questa mattina). Dopo aver parlato su Skype, chiacchierato con i receptionist allegramente in francese ed inglese, mi guardo in serata la partita di calcio per le selezioni dei mondiali di calcio con dei rwandesi ospitali ma beoni controllati. Mutzig a volontà guardando Francia vs. Spagna con l'occhio stanco ma rilassato, mentre scrivo la puntata della telenovela rwandese e guardo gli highlights del Manchester City sulla tv satellitare. Dopo l'ultimo gol, vado dritto a nanna.





    Amahoro Island e chiesa cattolica di Kibuyie. Foto Maichi Ntwari Pashcal.

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