Mi alzo prima della
sveglia quando il sole tarda ancora a sorgere poiché la nanna è iniziata molto precocemente causa
tramonto ore 6p.m., no luce elettrica, no attività disponibili. Esco
di casa alle 6.30 a.m., poi vado dritto a Nyabugogo Taxi-Bus Parking con
la prima moto che mi capita sulla strada dei ministeri, sopra casa.
Piccola colazione con ingredienti scelti e testati: ikivuguto,
cake, chapati. Di seguito vado
alla Capital Transports per prenotare il mio biglietto da 2600 rwf
con due ore e mezzo di viaggio circa davanti al naso. Il posto non è
dei migliori ma è in fondo al bus, e non troppo stretto: ho quasi la
quasi forza d'abitudine, oramai, d'affrontare le scatolette di tonno Toyota da
24 posti senza troppa noia.
Arrivo a vedere il
Kivu con “la canzone del sole” nelle cuffiette ed ammiro le sue
lunghe braccia distese in mezzo a colline verdeggianti tuffantesi nel
lago; a Kibuyie attracco alle 9.45, scendo dal bus e mi dirigo in
direzione di un hotel sussurratomi da K.: il Golf Residence. Piccola
spiaggetta con navi, scaricatori di porto di casse di birra e bibite
Bralirwa, servizio di sicurezza ed un prezzo per una cameretta che
passa da 30 mila a 10 mila franchi nello spirito d'aver capito i
rwandesi ed il loro gusto alla contrattazione. Una doccia calda
(meravigliosa novità dopo tre mesi), un piccolo relax e poi esco
trafelato dalla voglia di esplorare questo magnifico lago.
Vado prima di tutto
alla Bank of Kigali per recuperare i soldi con i quali mangiare il
solito menù diponibile nel paese. Ritornando sui miei passi trovo
una chiesa cattolica in pietra con vetrate colorate ed una stutua del
santo con le chiavi in mano della baracca principale, St.Peter. V'è
anche un sito memoriale con teschi e scapole in vetrina e la grande
scritta “Never Again”, per la gioia degli stomaci più deboli e
delle menti suscettibili. Ridiscendo per la strada principale verso
la spiaggia ove sono accompagnato verso la barchetta che mi porterà
alle little islands di fronte la costa di Kibuyie.
Dritti con gli
chaffeurs per andare all'isola della pace (Amahoro) e Napoleon in una traversata di 20 minuti fino alla prima, altri
venti verso la seconda. Incrociamo la nave del presidente che taglia
il grande lago diretto verso nord mentre noi, con la barchetta
ciondolante, arriviamo a destinazione senza problemi e godendoci un
panorama che per me è una novità strabiliante ma per i due
chaffuer rwandesi un film visto 500 volte.
L'isola della pace è
un piccolo paradiso composto da due isolotti nella tranquilla marea
del Kivu, con campo da volley, bar con scritta “fiduciamo
nell'aiuto di Dio”e cucina minimale. Il costo per attraccare è di
1000rwf con una bibita compresa, ovvero un euro e poco più per
un'isola tropicale con passeggiata di sassi sull'acqua e promenade
tondeggiante con vista Congo in lontananza. Quattro chiacchiere con il simpatico
gestore dell'isolotto delle meraviglie, poi si torna in barca dai pirati morigerati in attesa del mio ritorno per viaggiare
attraverso il piccolo mare dolce.
L'isola dei
pipistrelli, ovvero Napoleon, è la cosa più particolare che
vi possa capitare di vedere: alberi pieni di pipistrelli cicciottelli
aggrappati ai rami che il mio chaffeur spaventa
con sassi lanciati a terra. L'effetto è quello di grida sorde
nell'aria e di una nube di pipistrelli spaventati nel cielo, del tutto
innocui per l'uomo. La caverna di Batman fa ridere i polli: qua
l'azzurro è tinto di puntini neri con ali dalla faccia di topo ed
uno sfondo meraviglioso. Il lago Kivu brilla della luce pomeridiana,
seminato di atolli verdi spuntanti dall'acqua, immerso in una
temperatura estiva e con un sole mordente: un paradiso tropicale che
dovrebbero vedere tutti prima di passare a miglior vita.
Torniamo indietro
mentre la mia faccia arrostisce come un peperone alla griglia
dell'equatore e, spaparanzato sulla testa della barchetta, ammiro un
panorama davvero fenomenale per gli occhi antropofagici che trovano
la ricompensa alle lunghe ore passate a capire la parola “etnografia”
in moduli su moduli per anni su anni.
La cena è composta
da un panino con patatine fritte davanti al pc seguita da una birra rilassante. Mi godo la solitaria scampagnata in paradiso (come
dimostrato dalla statua di San Pietro vista questa mattina). Dopo
aver parlato su Skype, chiacchierato con i receptionist allegramente
in francese ed inglese, mi guardo in serata la partita di calcio per
le selezioni dei mondiali di calcio con dei rwandesi ospitali ma beoni controllati. Mutzig
a volontà guardando Francia vs. Spagna con l'occhio stanco ma
rilassato, mentre scrivo la puntata della telenovela rwandese e guardo
gli highlights del Manchester
City sulla tv satellitare. Dopo l'ultimo gol, vado dritto a nanna.
Amahoro Island e chiesa cattolica di Kibuyie. Foto Maichi Ntwari Pashcal.
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