Sveglia non forzata
seppur dal sonno irregolare a causa del maledetto sole equatoriale del mattino. Oggi mi ricordo di prendere per l'ultima
volta in Africa il pasticcone di Lariam.: la solita sensazione d'avere
ingerito qualcosa di vomitevole, brontolii e rigurgiti stomacali,
cali di umore immotivati. Mi reco per una breve colazione con K. al
ristorante di quartiere, poi vado al Kie trovando una riunione
ufficiale e poco spazio per lavorare.
Dunque procedo verso il Bourbon
a lavorare alla chiusura del personal report in inglese da
consegnare pre-partenza, mi scolo il mio solito french press con
biscotti alla vaniglia mentre l'effetto del pasticcone sale
silenziosamente, subdolo, come un cane che intriga alle tue spalle
colpendoti da vigliacco solo quando ti sei girato. Vado a stampare le
80 e più pagine totali prese dai diversi documenti: l'addetta alla
stampa mi dice che assomiglio ad un Cristo appeso nell'ufficio, sotto
la cui immagine intravedo la scritta in italiano: “il vero volto di
Geù ricavato dalla Sindone dall'elaboratore della Nasa”. Le
traduco la frase in francese e le spiego che abito proprio a due
passi dal Duomo dov'è contenuta la reliquia: strano ma vero, il
mondo è ancora una volta molto paurosamente piccolo.
Torno
a Kacyiru ove trovo un gruppetto di amici del quartiere -e non
solo- a casa del Campione:
qui suono qualche canzone di repertorio e tutti insieme jamminghiamo
qualche pezzo del padrone di casa. Dopo un paio d'orette di
divertimento ci dirigiamo in direzione cena, ch'arriva solo un'ora
dopo causa grande attesa per brauchettes avec pommes de terre.
K. continua la serata con la sua pétite amie,
io vado a dormire ma non senza aver prima scritto la mia puntata
quotidiana.
Gli amici del quartiere jamminganti allegramente col Maichi-bu-ntu.
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