Oggi è la giornata
degli addii, dei ciao, degli arrivederci. Ad ognuno il suo.
Prima di tutto passo
al Kie, saluto i miei supervisors, consegno il materiale mancante e
dono un piccolo frutto di sudore fotografico al dipartimento per
ringraziare tutti dell' “help
given me during these three months”.
Prendo contatti e mi organizzo per i documenti utili domani notte
all'aeroporto. Controllo la mail, penso a cosa ci sia ancora da fare,
entro nel mood del ritorno al
mondo occidentale.
Saluti
e ancora saluti...uno yogurt Masaka alla vaniglia nel supermarket di
fronte l'università, la ricerca dei consent form mancanti, di un
giovane pastore coetaneo sfuggente e d'una moto per tornare a Sonatube.
Passo a casa di Mariottide
per vedere lei ed il caro Sexy Bear:
non trovo la prima ma solo il secondo nella sua solita routine nel
retro della casa; novità poche, il sole è molto caldo, ma ancora
più bollente è un thè molto veloce che mi concedo in tarda
mattinata nel giardinetto che da sulla piccola moschea. Lascio i
contatti sulla scrivania della padron di casa, ridò le ultime
strette di mano e fuggo verso Nyamirambo per incontrare Tarcisio
ed avvicinarmi a Gitega, dove
incontrerò i principali attori della mia ricerca per l'ultima volta.
Mi infilo in un piccolo bar di quartiere dove ordino delle brauchette
ed una patata arrosto, un luogo
a metà tra un bunker atomico ed una vecchia cantina toscana (ma
senza botti di vino e tanto meno fiorentini usciti da un film di
Pieraccioni a rallegrare l'attesa). Scrivo le mie solite righe da
scribacchino centro-africano pour divertissement e
sento di vivere in una sorta di film felliniano con personaggi,
situazioni e immagini davvero bizzarre presentate tuttavia in
assoluta normalità.
Il
freddo è dietro l'angolo, Torino rinfrescherà le idee con i suoi
eleganti input
pedemontani. Sfila alla tv la magia del campionato di calcio inglese,
molto popolare in questo paese per il suo sapore offensivo da 90
minuti. Arriva Tarcisio,
ci dividiamo il pranzetto, una birra ed una tonica mentre svolgo la
muslim interview con
argomento: “miracoli alla concorrenza religiosa”.
Sono
le 4.30 del pomeriggio, e dopo due ore intense scappiamo a stampare i
consent form per il rilascio dell'intervista per poi raggiungere
Gitega nel mio luogo di ricerca principale. Saluti ufficiali, strette
di mano e scambio di contatti, benedizioni dall'alto di primissima
qualità fatte solo per me e persino un'offerta personale: "it's the
Holy Spirit, guyz".
Prendo una moto verso il centro, devo assolutamente incontrare
Dimitri e Giovanni,
prendere un caffè (ed altri documenti, ancora e ancora) prima di ripartire. Alle 19.30
sono già in ritardo sulla tabella di marcia, quindi affretto i
saluti e scappo con la prima moto in mezzo un mare di guardiani di
fronte al Nakumatt in direzione Kimironko.
Ristorante “Sole luna” raggiunto sbagliando strada un paio di volte; poi, finalmente, trovo i due amici giapponesi, un australiano et les italiens au Rwanda: una bella tavolata di 11 persone con arrivo anche di K. e J. dopo qualche minuto, a sorpresa, in diretta dal quartiere. Un grande mix linguistico e culturale, davvero un bel modo per festeggiare una partenza e la fine d'una ricca ricerca.
Ristorante “Sole luna” raggiunto sbagliando strada un paio di volte; poi, finalmente, trovo i due amici giapponesi, un australiano et les italiens au Rwanda: una bella tavolata di 11 persone con arrivo anche di K. e J. dopo qualche minuto, a sorpresa, in diretta dal quartiere. Un grande mix linguistico e culturale, davvero un bel modo per festeggiare una partenza e la fine d'una ricca ricerca.
Cena con pizza sottile niente male e limoncino dal sapore italiano a
fine pasto (così italiano che sono proiettato nel Bel Paese in un
batter d'occhio nostalgico). Usciamo, ci diviamo e salutiamo,
prendiamo un taxi ed ordiniamo due giri di brauchettes + birre
arrivati nel quartiere, con tanto di grand papa
rappresentante, baristi ed amici ospitali molto gentili nel darmi
l'ultimo saluto in patria rwandese. E' l'una, orario da lupi da
queste parti: la palpebra cala e la festa scema dopo un'intera
giornata di hellos and goodbyes + strette di mano. Sono pronto per
l'ultima dormita sotto il cielo di Kigali.
"The gift". Foto Maichi Ntwari Pashcal.
I really love some of your photos (this one is one of my favorite). I guess there are many great photo opportunities in Rwanda.
RispondiEliminaOh, BTW... I found your blog on Big Blog Exchange and already voted for you. You are welcome to visit mine and vote for it (if you like it of course): http://www.bigblogexchange.org/blog/389001 .
I have been posting about Italy quite a lot lately - it might help overcoming eventual homesickness. ;)
Have fun, keep travelling and don't stop blogging about it!
Thanks for your support!
RispondiEliminaSurely, I am gonna take a look at your blog.
see u,
mike