Tento di posticipare
la sveglia ma l'ordine solito dei disturbatori mattutini rimane lo
stesso: moetzin, gallo, sole dalla finestra, vicini di casa,
lavoratori dell'atelier ed un caldo d'inferno mantenuto dalla
zanzariera. Attendo l'arrivo di due taniche d'acqua, poi riempio un
bidoncino mixandolo con acqua del bollitore e via, nel cortiletto sul
retro a fare la doccia nella casetta di cemento con shampoo e sapone.
Non si può parlare di comodità, certo, ma ci si abitua anche a
questo (altra soluzione non c'è).
Colazione posticipata
in un piccolo chiosco vicino alla chapel di
Gitega: servono forze per affrontare le interviste di oggi. E sono
per l'appunto quattro le ore dedicate a ciò col pastorone M., dal
cui ufficio ciciclamente vedo persone che vanno e vengono con un
sottofondo costante d'invocazioni gridate. Pagine su pagine si
alimentano in vista della scrittura della tesi, documenti raccontanti
storie incredibili seppur facenti parte della vita quotidiana di
questi rwandesi.
Dopo
aver intervistato un altro ragazzone -figlio virtuale del “direttore
della chapel”-
scappo a Kacyiru dove, senza nemmeno posare lo zaino, mi dirigo a
fare altre due interviste ancor più ricche di miracoli della prima.
Il concetto di “evento miracoloso” diviene sempre più opinabile,
così come i vari stratagemmi inventati per fare rientrare
potenzialmente tutto nella categoria stessa.
Alle
8 di sera sono esausto: riesco solo a farmi dare un passaggio dal
pluri-miracolato pastore ad un vicino internet cafè per controllare
la mail e fare due parole con l'altra metà del mondo. Rientro a casa
facendo una bella passeggiata con le cuffiette nelle orecchie,
scoprendo al ritorno l'assurdità dei commenti sovraincisi ai film
stranieri in kinyarwanda:
altro che doppiaggio, una voce tipo telecronaca è sbrodolata per
tutto il film sopra dialoghi, musica, sfumature, espressioni,
aggiungendo per di più opinioni personali e risa senza senso. Alla
faccia della nostra tradizione di raffinata post-produzione cinematografica.
Scrivo
la puntata sdraito sul materassone, mentre il film continua senza pausa ed io mi defilo esausto per la lunghissima giornata. Mi
addormento cullato dalle meravigliose soprese offerte dai dvd
masterizzati in Rwanda.
Children in Gisenyi's village, Foto Maichi Ntwari Pashcal.
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