mercoledì 8 agosto 2012

7 agosto, Day 14. Con un titolo più lungo, un dizionario più ricco ed una connessione più stabile.

    Sveglia che suona presto per una colazione semi-solitaria scrivendo beato della tranquillità mattutina ed oziosamente sorseggiante thè rwandese. Con gran felicità passo una mezz'ora su skype a parlare avec ma chère; a seguire navigata leggera su internet e composizione del blog per rilassarmi un po' e pensare al lavoro da farsi nei prossimi giorni. Un po' di pausa non farà male ai miei lobi.
    Si fa pranzo con pasta dorigottiana tonno e pomodoro per finire le scatolette avanzate dalla passata spesa; crollando dal sonno mi concedo un sonnellino prima di fare i bagagli e dirigerci al KIE per una bibliographical research tra dissertations e libri alla Main Library dell'università.
   Mentre Irene parla con due ragazzi per il suo workshop, io mi scontro con le impiegate alla biblioteca degne della lentezza fisica e mentale delle nostre italiane. Grazie a Dio, dopo aver usato una interprete-collaboratrice, arriva un giovane ragazzo che mi guida nelle ricerche d'archivio on-line per poi andare avanti autonomamente tra le diverse tesi e pubblicazioni nascoste in tutto quel mare di carta. Tiro giù una lista di scritti interessanti, la porgo alla bibliotecaria ed ottengo il materiale pronto da spulciare. Lotto per avere una connessione internet ed infine ottengo il posto di una impiegata troppo impegnata a vedere video su youtube.
    Mentre prendo appunti sul netbookino arriva il Dorigatto dal naso sanguinante che viene assistita dagli impiegati nella sua emoraggia nasale. Sono cacciato per chiusura porte alle 17.
    Uscendo prendiamo un soft drink con i due studenti universitari, restituiamo il vuoto in vetro e prendiamo un bus -con chiacchiere ed opinioni sugli Europei di calcio dell'Italia- per il Goethe Institute dove stasera proiettano due short movie: “Esterhazy”, corto polacco creato con figure di pongo su un povero coniglietto nella Berlino del crollo '89; “Lola Runnt”, che vedo per la quarta volta in lingua originale con sottotitoli inglesi, dove il tempo ed il caso costruiscono vite intere in pochi istanti.
  Aspettando di entrare in sala si fanno due parole sulla relatività e sul significato delle parole rappresentanti differenze fisiognomiche ma non solo in kinyrwanda:

-Abazungu: i bianchi, ma anche in senso più lato chi si atteggia da ricco o lo è vistosamente o comunque è così percepito (chiunque lo sia è automaticamente ricco, senza eccezioni);
-Abarabu: gli arabi, ovvero les muslims;
-Abahindi: gli indiani, non d'America, ovvio;
-Abachinwa: les chinoises, ovvero chi viene dalla Cina;
-Abayapani: chi viene dal Japan;

    Ci si gode una serata che sa di occidentale -i bianchi sono tutti concentrati qua, stasera, al Goethe Institute-. I ragazzi, pur guardando solo un paio di brevi film, sono palesemente annoiati dalla durata e preoccupati per i lavoro di stesura tesi che si apprestano a fare in questi giorni. Le abitudini di svago e la percezione del tempo è del tutto differente, così come l'idea di vedere immagini e parole ad un ritmo di montaggio elevato.
   Dopo una serie di malinconici “What if?” alla fine di “Lola corre” e la afro-boringness per i film che durano troppo tempo (come spiegargli che alcune pietre miliari della storia del cinema durano anche 5 ore?), proviamo anche la relatività dei prezzi applicati ai bazungu nella ormai classica contrattazione con i motards. Arriviamo a 700rwf per 20 minuti di moto, ovvero un prezzo giusto, ma sempre solo dopo trattative lunghe, scherzose ma abbastanza nette nello stabilire differenze di trattamento per i bianchi.
  Il Dorigatto se ne arriva con una spesa da colazione dei campioni e mi convince a cenare con pane-nutella+thè, boicottando un bis di “pastasciutta-base-base”, ovvero mangiare giusto per riempirsi la pancia.   
   Il sonno è strisciante, mi addormento nell'atto di battere sui tasti del netbookino per poi svegliarmi in piena notte per lo scroscìo di una gran temporale mentre da lì a poco un gallo avrebbe incominciato a strillare e rompermi le balle per tutta la mattinata.


Kimironko Market, Kigali, Rwanda, July 2012. Riprese e montaggio di Irene "Rwenzori" Dorigotti. Cliccate please questo link youtubbiano...



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