sabato 25 agosto 2018

14 febbraio 2014

La seconda parte della nostra marcia comincia da Faranah, in direzione Kissidogou, bivio tra la cittadina di Kankan e N'zérékoré. Si comincia con una colazioncina ritardata dal gestore del piccolo hotel dove soggiorniamo che cerca di recuperare in extremis comprandoci un paio di baguette (veramente ottime) da accompagnare al formaggino "La vache qui riz". Nescafè da allungare con latte concentrato nel vano tentativo di preparare un cafè au lait decente, travaso dell'acqua imbustata in bottiglie vuote per il viaggio, e...si parte.

Dopo un lungo tratto di terra battuta rossa con piccoli pois di asfalto finalmente troviamo una strada in perfette condizioni finanziata dall'Unione Europea che ci permette di raggiungere la parte forestale del paese in breve tempo. 
Sei ore filate di traversata attraverso villaggi, paesaggi strepitosi, bambini che corrono in mezzo alla carreggiata e vitellini da evitare con un colpo di sterzo all'ultimo secondo.
Sul percorso incontriamo anche un camion ribaltato con numerosi operai intenti a spostare migliaia di oggetti in un altro mezzo ed un autotreno spiaccicato contro una parete rocciosa. Aggiungere uomini appesi al retro delle autovetture o sul tettuccio nel faticoso, folle tentativo di raggiungere la città più vicina ed il quadro è completo.

Ci fermiamo a fare pranzo in una taverna a dir poco "tradizionale" a base di riso con crema di arachidi e tentata truffa per un piatto di carne bovina composto, in realtà, solo di ossa e pezzetti di fegato.
Arrivati a casa, approfittando di una piccola cucina a gas, inauguriamo la nuova dimora guineana preparando - finalmente - una moka con caffè originale Made by Italians.

Un San Valentino festeggiato a base di pollo grigliata e birra Heineken, chiacchiere e preparazione spirituale ai mesi che verranno. Siamo solo all'inizio.

Foto: Mike Buffa Eastern


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