lunedì 3 settembre 2012

1 settembre, Day 39. Please shut up, Eraclito!

     Il risveglio post-sofà non si rivela troppo traumatico in termini di aggiustamenti chiropratici. Un caffè e tutto si sistema. Il Dorigatto latita senza cellulare, Mariottide mi contatta per avere notizie, ci si scambia coordinate spazio-temporali sul da farsi e si esce per fare spesetta ad un supermercatino nelle vicinanze prima di avviarci al caro vecchio Nakumatt. Materiale di consumo e carrellata di prodotti mangerecci: stasera gran réunion della colonia italiana fuori città per una serata di meritata vacanza dai grilli, dagli spifferi del muscolo intra-polmonare, dalle nubi che passano per un momento e si diradano con l'aiuto di musica ad alto volume mescolata a casse di Primus in offerta speciale.
     Il Dorigatto bazzica senza meta, l'attesa si allunga, il Maichi-bu-ntu torna a casa per una maglietta di cambio e finalmente alle 6 del pomeriggio la macchina è carica, chiusa e pronta a partire. Dopo un'oretta di curve e slalom tra sassi nella totale oscurità, sclacsonate appassionate a pedoni irresponsabili, bus dall'assetto del tutto discutibile, ecco l'arrivo nel freddo e nella nebbia dignitosamente tratto da un film horror centro-africano. Si scarica la voiture e si avvia la catena di montaggio per i preparativi culinari imbandendo la tavola per 12 affamati bramosi di specialità italiane, riempiendosi ampiamente il pancino con un sorrisetto da bimbetto sazio e pronto a fare la nanna. 
    Ma, ovviamente, la nanna è surclassata dal volume dello stereo, dai battiti dei tamburi, dalla grappa ai mirtilli d'origine italiana, dai movimenti dei corpi di amici africani in stile congo-rwandaise, dalla voglia di oziare sudaticci fino all'ora in cui le soleil si rialza per le sue 12 ore di ufficio annuale. Da ricordare una ciotola di macedonia svuotata di fronte la luna dalle diverse anomale sembianze, la pioggia torrenziale impedente d'ammirar i tre vulcani all'orizzonte, lo spuntino bruschettoso in crisi di nouriture e le incursioni a base di caos a chi ebbe la malaugurata idea di addormentarsi prima degli altri.
   L'Africa passa anche per coperchi di pentole battuti da mestoli in legno, djambé causanti arrossamenti delle mani, playlist da urlo e silenzi improvvisi causanti fischi, hit rock dal cuore sedicenne e sedicente, meste elucubrazioni dalla tenue ma chiara luce rossastra e la speranza che quel bagliore non sia solo una lampadina difettosa, ma un radioso futuro. Perché se per Eraclito tutto scorre e passa, forse qualcosa potrà anche rimanere: nonostante i tumulti, nonostante i pixel deformati dalle connessioni, con un “...believe in me as i believe in you” rosicante passeggiate per la testa ed il limpido ricordo di “Tonight, Tonight” alla radio, in macchina, sotto casa, a Torino, nella piazzetta nebbiosa che ispirò l'inverno noir.
    La pioggia sembra darsi cinque minuti di pausa, le membra cercano riposo, un piumone soffice offerto dalla casa chiude il cerchio e gli occhietti assonnati dalla languida stanca espressione.




    100.000 km, polvere rossa impregnata alle portiere, gomme bucate, sedili divelti, finestrini inutilizzabili. Offerta del mese à la rwandeise, 2000rwf chiavi in mano.

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