Il compleanno
dorigottiano è alle porte. Gran preparativi ed ansie per i
festeggiamenti equatoriali: si fa una salto al Magda Cafè in vista
dell'appuntamento con Y. per un'offerta affittasi dell'ultimo minuto e
di una connessione internet affidabile per lunghe chattate al fine di comunicare con l'altra metà del mondo. Ordino un caffè
francese lungo mezzo chilometro, forte e amaro come un'aspettativa
irrisolta, dal prezzo accessibile ed in quantità consumabile da 5
persone adulte di sana corporatura.
Alle 3.30
l'appuntamento con Y.: si fanno due chiacchiere in un terrazzino
vista baracche situato in una favolosa casa da presidente in vacanza.
L'offerta è allettante, 50 dollari per 2 settimane: peccato che lo
spazio dedicato al ronfare sia troppo piccolo, la posizione troppo
lontana dai luoghi di lavoro, il setting da
ricco bianco troppo accentuato. Si declina l'opzione Reggia di Kigali
per tornare nel nido di Sonatube e
mettersi in contatto per la soluzione chez les muslims.
Con
gran sorpesa Mariottide c'informa
che il suo viaggio in Europa è saltato, così come la sua fiducia
per probabili nuovi inquilini japanese.
La ziona ci propone le stesse condizioni per rimanere e, dopo aver
valutato i pro-contro-forse-manchenò,
si opta per non disfare le valigie e re-insediarsi in loco.
Risolta finalmente la lunga
deleteria questione casa, ci si dirige al jap restaurant
“Sakae” dove, davanti a
piastre incandescenti ed un cuoco dall'aria gentil-professionale,
consumiamo specialità carne e pesce high level.
Se il prezzo di una cena sushi è
per un rwandese del tutto fuori misura, per gli standard
europei è più che accessibile
e di certo la soddisfazione delle papille gustative ha esito più che
positivo. Il Dorigatto si fa gran benefattore concedendo il pasto etnico al Maichi-bu-ntu, ringraziante vivamente il felino del Rwenzori.
Cerchiamo
una moto lungo la gran statale percorrendo qualche centinaia di metri
prima di metterci d'accordo con 500rwf diretti al “new Papyrus”.
Qui assistiamo ad un'inaugurazione di gusto ampiamente muzungu
ed un setting cool
esportato in maniera zippata da
una discoteca della costa romagnola. Incontriamo gli italian
friends con cui beviamo una
birretta, facciamo due chiacchiere e ci dirigiamo per un salto nella
discoteca al piano inferiore dalle luci blu, la lunga coda per
ordinare e ripetuti black-out
rendenti la serata danzante poco credibile.
Si
evade in un batter d'occhio per spostarci in un altro luogo dove
sembra esser confluita tutta la città. Grande attrattiva del nuovo
locale: un gruppo di sud-coreani dalle movenze fluide, eccentriche e
snodate, al limite del ridicule
ma certo spassosi e sprigionanti voglia di divertirsi sans-souci.
Si beve una skoll dietro
l'altra intervallando qualche bottiglietta d'acqua per velleità
reidratanti ed osservamenti delle peculiari forme antropologiche
bazzicanti discoteche notturne: gazzelle dallo
sguardo furbetto-opportunista, europee dai costumi leggeri, navigati
muzunghi lavoranti da
diversi anni nel Paese, giovanotti attaccabottoni e la tiepida luce
della luna che sembra cadere giù con la sua facciona malinconica.
C'è
chi rimane, c'è chi va, un'altro bicchiere, sono le 5: è il momento
di una spaghettata cipolla-aglio-olio e peperoncino chez
les italiens, la chiusura
perfetta di serata mentre il sole fa capolino alle 6 spaccate
sorgendo in 5 minuti esatti. Alle 6 e 10 la luce è già moltissima:
qua all'equatore sembra non ci sia il gusto della gradualità a tinte
rosa-rosso-giallo in termini di alba e tramonto. Il sole è su, il
sole è giù. Poco materiale per romanticoni in cerca di lunghi
crepuscoli ed ispirazioni amorose.
Un divano mi aspetta nella migliore tradizione
couch-surfer: sarà
meglio non farlo aspettare.
Compleanno pop muzungu in salsa Heinz quadripartita, auto-scatto del Dorigattintosch.
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