Il Dorigatto si
sveglia con il malditesta ed allerta tutta Kigali. Parte il
toto-scommesse sulle cause del comune malore con diverse risposte
date da me, Mariottide e Sexy
Bear: Sarà il
Lariam? Saranno le scimmie marziane che l'hanno morsa ieri sera? Sarà
dormire col Mac acceso tutta la notte di fianco il capoccione?
Sarà il litro di latte giornaliero ingerito avidamente?
Il felino del Rwenzori chiede aiuto ad italiani, americani e plutoniani, poi esce per prendere contatti di medici muzungu su
e giù per la città. Io la raggiungo poco dopo al Serena
Hotel: luogo ultra lussuoso con camerieri neri in gilet
colorato che aprono porte di enormi fuoristrada da cui escono donne
bianche, anziane e ricche di ritorno da safari (senza
leoni) sulla cima dei vulcani rwandesi.
Scappo
a prelevare soldi per pagarmi una ricarica telefonica, poi il
Dorigatto spunta da dietro l'angolo e ci dirigiamo alla clinica dove
cerchiamo un'americana bianca pronta a curare i mali dei
gatti italo-africani. Ovviamente non la troviamo. Troviamo invece un
gentile dottore che ci porta su e giù per il centro medico
continuando a parlare al suo smart-phone gigante
indirizzandoci infine all'attenzione di un giovane cicciottello dalla faccetta bonacciona parlante solo inglese. Il
Dorigatto ripete ossessivamente “Headache”, il piccolo Dottor
House risponde con domande multiple sui sintomi, le possibili cause e complicazioni, prodigandosi anche in un massaggio alla
colonna vertebrale che rivela, forse, l'origine del malore: “i
muscoli del collo sono stressati, tutto qua. Non pensi di avere
qualcosa di peggiore solo perché si trova in Africa”.
Siamo
congedati, ma rimane il dubbio che il Lariam possa essere il vero
responsabile (insieme all'errata postura del gioco col gomitolo di
lana durante l'estate nel Rwenzori). Il tutto è risolto comprando delle quasi-aspirine da 400mg nel grattacielo in centro-città.
Pranzo al Camilia:
burritos con fagioli, carne, formaggio dal prezzo ultra-competitivo e
gusto eccezionale, con a seguire lunga pausa al Bourbon Cafè e piccolo salto al Nakumatt per fare una spesetta a
raccattare il nutrimento basilare. Ci si dirige al Kie per fare
qualcosina d'utile alla ricerca, poi ritaglio il tempo per
riprendere qualche vecchia conoscenza domandante permessi e documenti
a volontà per accedere al regno dello spirituale (ancora e ancora e ancora carte ufficiali).
Consegno l'archivio
frutto del lavoro da topo di biblioteca a J., poi si resta fino a notte tarda
tra fotocopie, telefonate e skype;
moto verso casa e bruschetta alle 00.41 col Dorigatto già
semi-dormiente. All'una di notte, nell'atto di ricordare eventi per
la puntata bloggeriana, la palpebra cala trovando il suo agognato
riposo.
"Sì, viaggiare...", come direbbe il buon Lucio Battisti. Foto del Maichi Ntwari Paschal.
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