Una veloce colazione
con K. a base dei soliti prodotti offerti da questa terra nel nuovo
chioschetto di fiducia del quartiere presidenziale. Mi dirigo a
Nyamirambo per fare ricerca nel giorno non-plus ultra della
settimana, nonché momento dell'evento mensile di una sorta di
rituale chiuso ai non credenti che si svolge solo una volta al mese.
Ghiottonerie per antropologi, insomma.
Sbircio
di fatto qualcosa dall'ufficio del pastore mentre svolgo una lunga
intervista con B. su temi spazianti dalla guerra ai miracoli a
profezie oniriche per circa due ore e mezzo di fila. Dopo ciò, parto
per l'altra intervista con Gennarino al Bourbon Cafè
verso le quattro del pomeriggio. Tema: il punto di vista di una nuova
generazione su ricchezza, religione, politica, credenze dove il
relativismo come al solito non è di casa. Emerge l'opinabilità di
(quasi) ogni cosa sotto questo sole: spiegare ciò, tuttavia, rimane
sempre una grand difficoltà in termini di rifiuto di confronto e
disinteresse generale diffuso.
Mangio qualcosina a
casa e, forse per la gran fame, tutto mi sembra davvero eccezionale
(riso in bianco, legumi, dugo di spezzatino. Sarà possibile?).
Serata solitaria con chitarra e The Black Keys, pensieri shakerati e
stanchezza. Dopo aver aperto la porta a K. poco dopo le ventitre -di
ritorno dai suoi incontri en ville-
poggio la testa sul cuscino sempre più polveroso, e buona notte.
Please, take my hand. (Volontario eccesso di pacchianeria). Foto Maichi Ntwari Pashcal.
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