La sabbia del deserto si alza sopra Dakar trasformando per due giorni
il bel cielo azzurro della capitale in un pallido, lattiginoso velo che
intrappola senza troppi inchini o convenevoli i tetti della città, le
auto, i cittadini (e le loro vie respiratorie). Una cappa d'umidità e
polvere finissima crea una strana atmosfera capace di soffocare l'anima e
massacrarti le meningi con uno strano
senso di "oppressione circolare", galleggiante sopra la tua testa,
mentre dai tombini l'umidità infiltrata fa risalire i cattivi odori
delle fogne mischiati al sentore di urina sulle barriere di un cantiere
abbandonato. Saliti sul primo taxi facciamo la parte del pollo chiuso in
forno - a contatto con degli assurdi coprisedili pelosi in materiale
sintetico - filando dritti per il grande viale che termina con
l'obelisco su cui sono incisi verticalmente i caratteri: "MCMLX". «Siamo
al confine con la Mauritania», mi ricorda il frère che ci fa visitare
la scuola in cui lavora, frequentata da 4300 alunni, «Normalmente da qui
si vede l'isola di Ngorée, quando il cielo è terso...». Annuisco
distrattamente mentre osservo la linea dell'orizzonte persa in una
nebbia impenetrabile, chiedendomi perché il forte vento che soffia dal
mare non riesca affatto a smuovere questa cappa che ci ruba il bel
panorama che siamo soliti conoscere. Una scuola molto grande priva di
studenti è l'immagine della desolazione, del silenzio, della futilità di
scervellarsi per una sufficienza in matematica quando non pensi ad
altro che segnare un gol al campetto. Un saluto veloce, e riprendiamo il
nostro taxi a microonde. Tornati a casa, il sentore di immobilità,
stranezza, di un «c'è qualcosa che non mi torna», mischiato ad un senso
di vaga immotivata stanchezza, diffusa spettralità e confusione non
finisce affatto. Strani ululati provenienti da un appartamento vicino,
regolari e cadenzati...che sia un cane? Rumori di porte cigolanti che
sbattono sugli stipiti...forse il vento? Urla di accesi litigi in un
arabo distorto e rabbioso provengono dalla grande piazza; poco dopo, una
piccola luce s'accende d'improvviso dalla finestrella di un enorme
grattacielo buio posto proprio di fronte la mia finestra. Strane
sensazioni da "The Sixth Sense" e tutto ciò che l'immaginazione può
produrre con i suoi vezzi per farvi restare sulle spine. Che questo
caldo vento, capace di mutare in poche ore il volto di Dakar, abbia
portato con sè qualcosa di più della semplice sabbia del deserto?
Leggere i racconti di Poe crea dipendenza da terrore e mistero, o quel
gatto nero che corre sul tetto di fronte sta davvero cercando
d'uccidermi? Ieri era anche il 13 del mese, non dimentichiamolo! Ma la
vera domanda rimane: chi è quel genio d'autore che in una puntata dei
Simpson immagina il trasferimento della casa natia di Edgar Allan su un
camion guidato dall'uomo talpa?
Colonna sonora consigliata: "November" di Tom Waits con un bel piattone di zuppa di zucca fuori stagione.
Foto: "Tassisti e Marabù, un altro grande mistero dakaroise" by Ntwari J. Pascal
Colonna sonora consigliata: "November" di Tom Waits con un bel piattone di zuppa di zucca fuori stagione.
Foto: "Tassisti e Marabù, un altro grande mistero dakaroise" by Ntwari J. Pascal
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