Dopo aver riflettuto a lume di candela di alcuni aspetti della magia
tradizionale narratami da Ezechiele - il fascino dell'oscuro
simil-Lovecraft miscelato ad un distaccato, ironico sguardo geertziano -
il risveglio si rivela faticoso seppur alleggerito dal cielo velato e
da un venticello equatoriale che ce la mette proprio tutta per sembrare
"fresco". Mi perdo tra le righe di Robert Chambers
mentre ogni nuova proposta non può che sembrarmi aleatoria, passeggera,
un piccolo mondo rivestito di muri di gomma che sembra sussurarti: "c'è
tempo, c'è tempo...". La stiratrice di Degas en Guinée usa un grosso
ferro da stiro pieno di carbone che corre su e giù per i lunghi abiti
cerimoniali bianchi, maneggiato con cura e precisione di movimenti,
donandoti quell'illusione di semplicità di un lavoro svolto da mani
esperte che è in grado di stregarti. Accompagnati dal rumore di 5 camion
che lavorano alla costruzione di un nuovo pozzo nel compound, scopriamo
un topolino che vive a casa nostra: nulla sembra più assicurarci la
sicurezza delle scorte di cibo e la nostra tranquillità di camminare
indisturbati per casa è messa in discussione. Nel pomeriggio tocca
affidarmi a milioni di fermenti lattici sperando nella stessa efficacia
della «pozione bituminosa di gin e melassa [...] rimedio sovrano per
qualunque catarro o infreddatura, di qualsiasi data, non importa se
preso al largo della costa del Labrador o sopravvento a un'isola di
ghiaccio» del vecchio Giona di Moby Dick (seppur non si tratti di un
male da baleniere). All'ora del tramonto, i moetzin si contendono gli
uditori cittadini in una sorte d'involontaria gara "religion-rappistica"
simultanea. Un melange che potrebbe sembrare un banale insieme di grida
sconnesse ad orecchio occidentale, pur non essendolo affatto.
Soprattutto dopo averci fatto l'abitudine...
Foto: "noci di cola: siete i benvenuti" by Ntwari Bear Puskjin
Foto: "noci di cola: siete i benvenuti" by Ntwari Bear Puskjin
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